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I Giovani Socialisti e l'analisi del voto: «Dobbiamo ritornare ad una politica attiva»

Si è riunita la segreteria che dopo 10 anni di commissariamento vive di linfa nuova. «La  principale causa della sconfitta è stata il frettoloso quanto maldestro tentativo di rinnovamento esperito …

Pubblicato il: 07/02/2020 – 11:57
I Giovani Socialisti e l'analisi del voto: «Dobbiamo ritornare ad una politica attiva»

CATANZARO Ferve l’attività politica dei Giovani Socialisti. La particolarità del momento politico e amministrativo che la Calabria e il paese tutto stanno vivendo ha fatto si che fossero numerosi i punti all’ordine del giorno inseriti dal segretario Mattia Caruso che nella sua relazione iniziale ha descritto lo stato dell’organizzazione giovanile che dopo quasi dieci anni di commissariamento, nello scorso anno, è tornata a celebrare un congresso e ad intraprendere una campagna di tesseramento che ha registrato un importante numero di adesioni omogeneamente distribuite sul territorio. Il corpo principale della discussione è stato dedicato all’analisi delle recentissime elezioni regionali e sul tema ha avuto massima rilevanza e precedenza il preoccupante dato riguardante l’affluenza alle urne che ha testimoniato, in modo drammatico, il totale scollamento tra i cittadini e la classe politica che si candidava a rappresentarli. «Un simile risultato – secondo la Federazione dei Giovani socialisti Calabria – è da attribuire alla evidente mancanza di offerta di programmi politici che mirassero ad affrontare i molteplici problemi che attanagliano e rallentano lo sviluppo del nostro territorio». Ma la discussione si è estesa anche all’analisi della situazione che riguarda il centrosinistra nel suo complesso. «La  principale causa della sconfitta è stata il frettoloso quanto maldestro tentativo di rinnovamento esperito dal Pd che, pur condivisibile nel fine, è stato messo in atto con il solo diniego alla ricandidatura del governatore uscente e con un vano corteggiamento al Movimento Cinque Stelle, entrambe modalità che avevano ben poche possibilità di addivenire ad un risultato positivo in quanto gravemente carenti della progettualità politica che è – a dire dei Giovani Socialisti – l’elemento essenziale che avrebbe potuto fare la differenza in una campagna elettorale anomala,  anonima e ridotta ad una mera contesa tra aspiranti consiglieri regionali in campo al solo scopo di occupare, o rimanere ad occupare, uno scranno in quel di Reggio Calabria. Proprio in virtù di questa carenza la Fgs Calabria si impegnerà nei mesi a venire per affrontare politicamente, attraverso manifestazioni pubbliche e campagne tematiche, le problematiche più diffuse sul territorio calabrese perché, mai come in questo preciso momento storico, la nostra regione è stata segnata da una profonda crisi che coinvolge tutti i settori: dal turismo all’economia, passando per la disoccupazione giovanile e l’agricoltura». Da questo, passa il ritorno ad una politica che sappia intercettare i bisogni dei cittadini e  i Giovani Socialisti Calabresi, ritengono che sia arrivato il momento di ritornare a fare politica nel senso più vivo e più vero del termine, «una politica partecipativa che attraverso dibattiti, convegni e ogni altro tipo di manifestazione su temi sensibili e di portata generale sappia ridurre (e magari annullare) quel distacco enorme creatosi tra politici e cittadini che dura ormai da tempo immemore.  Per fare ciò è necessario un’azione sinergica, coordinata e congiunta tra l’organizzazione giovanile e il partito regionale, creando quella straordinaria combinazione di energia ed esperienza che è essenziale per lo sviluppo del socialismo riformista – spiegano i Giovani Socialisti Calabresi -.  Solo il socialismo riformista, infatti, è in grado di dare risposte concrete, ad esempio, ai tanti giovani disoccupati calabresi costretti ad emigrare altrove alla ricerca di lavoro, agli imprenditori artigiani e agricoli che tra un’imposta e l’altra non riescono a produrre profitti tali da incidere positivamente sull’economia regionale e ai tanti giovani professionisti che si trovano di fronte all’alternativa se pagare la tassa del proprio ordine professionale o pagare l’affitto. È necessario inoltre ridare centralità all’ essenza del socialismo nell’ambito del centrosinistra; e il PSI calabrese deve farsi promotore di proposte realmente percepibili all’interno della società. Tra queste il tema del lavoro deve essere una priorità per la nuova azione politica del partito: il mondo è in continua evoluzione e con esso anche il mercato lavoro, il quale è sottoposto continuamente a forti mutamenti che da un lato ne minano la stabilità ma dall’altro possono aprire ad orizzonti nuovi dal punto di vista occupazionale. Un processo evolutivo che purtroppo negli ultimi tempi non è stato governato bene dalle istituzioni e sul quale un partito che si richiama ai valori del socialismo riformista deve per forza aprire un dibattito. Tutto ciò è possibile e realizzabile solo attraverso una stretta collaborazione tra organizzazione giovanile e partito regionale perché solo coinvolgendo in maniera attiva i giovani è possibile avere una più ampia visione del futuro».

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