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I sindacati: «Dissesto Cosenza, a rischio la tenuta sociale della città»

Cgil, Cisl e Uil chiedono la nomina dei commissari dell’Organo straordinario di liquidazione. «Non si mettano a rischio asili nido comunali, trasporto locale, aiuti agli anziani. Sarebbe un colpo m…

Pubblicato il: 08/02/2020 – 8:39
I sindacati: «Dissesto Cosenza, a rischio la tenuta sociale della città»

COSENZA «Auspichiamo una imminente nomina, conseguente alla dichiarazione di dissesto, dei Commissari dell’Organo straordinario di liquidazione del Comune di Cosenza, Organo chiamato a rilevare la massa passiva al 31 dicembre 2019 e la massa attiva con cui farvi fronte, nella consapevolezza che ora l’Amministrazione comunale dovrà programmare le proprie scelte in una condizione particolarmente complessa», affermano i Segretari Generali Territoriali di Cgil, Umberto Calabrone, Cisl, Giuseppe Lavia, Uil, Roberto Castagna.
«Se, infatti, le conseguenze del dissesto non incideranno sull’aspetto tributario perché le relative aliquote sono state già portate al massimo sin dall’avvio, alcuni anni fa, del cosiddetto “predissesto” – proseguono Calabrone, Lavia e Castagna –, significative ricadute potrebbero invece derivarne per i servizi, soprattutto quelli sociali».
«La Sentenza della Corte dei Conti parla di una grave e reiterata violazione degli “obiettivi intermedi” fissati dal Piano di Riequilibrio Finanziario del Comune di Cosenza negli esercizi 2015, 2016, 2017 e 2018, ed evidenzia, nonostante siano trascorsi sei anni dalla sua adozione e oltre quattro dalla sua approvazione, il non raggiungimento degli obiettivi di risanamento, con la conseguente dichiarazione del dissesto. Occorre perciò agire – affermano i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil – sulle criticità emerse: dai limiti nella capacità di riscossione, al mancato aumento dei proventi tributari; dal mancato recupero dell’evasione fiscale, al mancato contenimento della spesa corrente. Preoccupano anche – sottolineano – le azioni dichiarate dal Comune di Cosenza a sanatoria degli squilibri finanziari osservati, con la previsione “ambiziosa” di un incremento delle entrate superiore a dieci milioni nel 2020 e di tagli alle spese di circa sei milioni sia per il 2020 che per il 2021».
«Bisogna, inoltre, considerare tutta la partita della massa debitoria accumulata che dovrà essere affrontata dall’OSL, di cui auspichiamo l’insediamento in tempi brevissimi, per la gestione di una situazione estremamente complessa, per limitare i danni ed evitare tante possibili emergenze.
Da questo punto di vista – proseguono i Segretari Cgil, Cisl e Uil –, esprimiamo particolare preoccupazione per le fatture relative al 2019 e non saldate, a danno di aziende e società che erogano servizi fondamentali, dai rifiuti al verde, alle mense: la gestione di queste fatture rientrerà nella gestione dell’OSL e si profila con tutta evidenza il rischio di mettere le aziende e le società interessate in gravi difficoltà, con ripercussioni negative sui servizi ai cittadini, sulla tenuta delle imprese e sull’erogazione dei salari ai lavoratori. Nel procedere a una riduzione della spesa, l’amministrazione dovrà dal canto suo valutarne le modalità prevedendo tagli che potrebbero essere “lineari” (incidendo quindi su tutti i servizi) oppure “selettivi” (riducendo ciò che si ritiene meno essenziale e salvaguardando, per quanto possibile, ciò che si reputa indispensabile)».
Cgil, Cisl e Uil chiedono che in una città come Cosenza, «non siano messi a rischio asili nido comunali, Trasporto locale, mense scolastiche, servizi a disabili e anziani, centri socio-educativi, pre e post scuola, sostegno all’emergenza abitativa, decoro urbano, per fare alcuni esempi concreti, con un’attenta valutazione delle priorità. I tagli in questo ambito colpirebbero soprattutto le fasce sociali più vulnerabili, le famiglie meno abbienti (si pensi ad asili nido, mense scolastiche, pre e post scuola), comportando per esse costi aggiuntivi e incidendo sui salari “reali”. Inoltre, la riduzione dei servizi sociali comporterebbe una riduzione dei posti di lavoro per chi opera nelle cooperative chiamate a svolgerli in seguito a bandi pubblici. Deve essere scongiurato anche ogni eventuale rischio per i dipendenti comunali, compresi quello di un aggravio di lavoro, considerato che l’organico è sottodimensionato, e quello di ritardi nell’erogazione degli stipendi, che ad ogni minimo sentore farebbero inevitabilmente scattare giustificati allarmi e stati di agitazione.
Diciamo, quindi no a tagli lineari, no a scelte autoreferenziali. Sui servizi a domanda individuale si adottino criteri di equità e progressività. Si apra quel confronto che in questi anni è mancato. Ci aspetta una fase estremamente delicata, potenzialmente esplosiva sul piano della tenuta sociale».
«Occorre difendere il lavoro e i servizi che qualificano la Città di Cosenza, la sua storia di conquiste sociali, con la rete di servizi di inclusione sviluppata negli anni e altrove assente. È una storia che va difesa insieme, anteponendo agli interessi di parte gli interessi generali. Siamo disponibili al confronto sui problemi e sulle scelte – concludono i segretari Calabrone, Lavia, Castagna –, nella convinzione che allargare l’area del dialogo e agire in un clima di condivisione e di concertazione non indebolisca l’azione amministrativa, ma anzi la rafforzi, a beneficio dei cittadini. Noi staremo comunque dalla parte della Città e del lavoro. Non ci saranno alibi. Per nessuno».

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