di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Con due ordinanze emesse lo scorso 7 febbraio, la Provincia di Catanzaro (Settore Gestione Tecnica del Patrimonio – Ambiente – Urbanistica), ha disposto l’obbligo di bonifica di due aree distinte a Lamezia Terme e interessate dallo sversamento illecito di rifiuti, finite al centro dell’inchiesta “Feudo” che, a cavallo tra l’ottobre e il dicembre del 2019, aveva portato al fermo di diversi soggetti accusati, a vario titolo, dei reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti ed inquinamento ambientale. Inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro, guidata dal Procuratore Nicola Gratteri, dalla Procura di Lamezia Terme, guidata da Salvatore Curcio e dalla Dda di Milano (qui la notizia).
LE AREE Dopo le accurate analisi eseguite dall’Arpacal, dai laboratori preposti e dagli investigatori, infatti, è emerso un quadro altamente preoccupante per gli equilibri ambientali delle zone interessate. Si tratta – nello specifico – di due terreni siti in località Bagni e San Sidero, entrambe nel Lametino e già finite sotto sequestro.
L’AREA CONTAMINATA Ma a preoccupare maggiormente è l’area sita in località Bagni. Qui, infatti, dalla relazione tecnica è emersa la presenza di Idrocarburi C>12 e arsenico, oltre alla presenza di idrocarburi e metalli in concentrazione superiore rispetto ai limiti del CSC (concentrazioni soglia di contaminazione) stabiliti dal D. Lgs. 152/06, nei campioni di acqua sotterranea. Nell’area di San Sidero, invece, le analisi condotte nel laboratorio Ecocontrol S.r.l. hanno fatto emergere la presenza di frammenti di lastre di tipo eternit e Crisotilo (amianto).
LA DECISIONE Dopo il sollecito da parte del Comune di Lamezia Terme, arriva anche quello della Provincia di Catanzaro, emesso il 7 febbraio 2020 che di fatto obbliga Giuseppe Liparota (proprietario del fondo di San Sidero) e Giuseppe, Sarina e Francesco Parisi (comproprietari dell’area Bagni) a bonificare i due siti entro e non oltre 30 giorni. (redazione@corrierecal.it)
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