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Processo Thalassa, chiesta l'acquisizione di nuovi atti

La richiesta è stata avanzata dal pm della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino

Pubblicato il: 08/02/2020 – 19:33
Processo Thalassa, chiesta l'acquisizione di nuovi atti

di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Colpo di scena all’udienza Thalassa. Proprio mentre il processo si avvia a conclusione il pm della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, venerdì 7 febbraio ha depositato nuovi atti di cui ha chiesto l’acquisizione. Si tratta del processo di primo grado che si sta celebrando con rito abbreviato dinanzi al gup Pasquale Laganà, scaturito dall’indagine condotta dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria che nel maggio 2018 ha eseguito 6 arresti e un decreto di sequestro preventivo portando alla luce le attività di soggetti ritenuti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta Tegano e Condello, operanti nei quartieri di Archi e Gallico alla periferia nord della città di Reggio Calabria. Attraverso la gestione “di fatto” di alcune imprese, le cosche si sarebbero infiltrate nell’esecuzione di appalti e lavori edili acquisendone il pieno controllo e condizionandone l’ordinaria attività. In particolare al centro delle indagini vi erano le vicende relative alla edificazione del “Complesso Immobiliare Thalassa” da parte della società Tegra Costruzioni Srl, che secondo l’accusa sarebbe stata sostanzialmente un mero schermo finalizzato a nascondere l’interesse delle cosche “arcote” nell’edificazione e nella successiva gestione della vendita dei fabbricati, insistenti nel complesso immobiliare. Nella requisitoria dello scorso luglio, il pubblico ministero ha già invocato 11 condanne (per un totale di 133 anni) e chiesto 5 assoluzioni, e le udienze successive sono state dedicate alle conclusioni degli avvocati difensori. Senonché all’udienza di ieri il pm ha chiesto (ai sensi dell’art. 441 comma 5 del codice di procedura penale) l’acquisizione di nuovi atti che secondo l’accusa potrebbero essere determinanti per decidere sulla posizione di tre imputati: Francesco Polimeni e i due fratelli Vazzana.
Riguardo a Francesco Polimeni, di 56 anni, il sostituto procuratore ha depositato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata notificata a Polimeni lo scorso 14 gennaio dalla Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione “Giù La Testa”, che vede Polimeni accusato di omicidio premeditato, illegale detenzione e porto in luogo pubblico di armi, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori e rapina, aggravati anche dal metodo e dall’agevolazione mafiosa in riferimento dapprima alla tentata rapina sfociata in tentato omicidio e poi all’omicidio ai danni del tabaccaio Bruno Ielo, consumato a Gallico la sera del 25 maggio 2017. Riguardo ai fratelli Vazzana, invece, il pm ha depositato le dichiarazioni di alcuni degli imprenditori estorti, oggi tutti sotto protezione, che di recente hanno collaborato con i magistrati della Dda consentendo alla Squadra Mobile di mettere a segno lo scorso 29 gennaio l’operazione Helianthus con 14 arresti tra cui presunti vertici ed esponenti della cosca Labate. Il gup Laganà si è riservato di decidere sulla richiesta di acquisizione dei nuovi atti ed ha rinviato l’udienza al 17 febbraio, data in cui scioglierà la riserva. (redazione@corrierecla.it)

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