La città di Catanzaro vive il periodo più indegno della sua storia. Il termine indegno mi sembra il più appropriato per rappresentare quanto accade nella massima assise della città che oggi ospita, in quota parte, donne e uomini che hanno rinunciato a rappresentare i bisogni dei cittadini per privilegiare la loro misera bottega. Continuano, a destra e a sinistra senza distinzione alcuna, ad ignorare che su di loro si è abbattuta la più grande delle infamie: il sospetto che sono truffatori di bassa Lega e anziché azzerare il sospetto, attraverso la rinuncia, si arroccano a difesa del privilegio. Ignorano che potendo reiterare il reato, se provato, potrebbero essere destinati a cattiva sorte. Ma, il fatto ancor più grave, è che si è perso il comune senso del pudore. Oltre ad aver certamente abbandonato (o forse mai avuta) un’etica pubblica rivolta al bene comune tali soggetti hanno anche perso (o forse mai avuta) l’etica privata, la morale personale per distinguere il bene dal male.
Non sono i 200 euro forse lucrati ai danni della collettività che ci indignano ma mentre la città muore, i commercianti chiudono bottega, le scuole hanno sembianze di edifici di Beirut, la città è violentata da chiunque vuole lucrare, l’ospedale con il suo pronto soccorso vive una stagione di decadenza mai vissuta prima a discapito di medici e infermieri vittime al pari dei pazienti, il sindaco e la sua “nuova giunta” festeggiano alla ritrovata unità. Unità sulla spoliazione, sul saccheggio e peggio ancora unità sulla spartizione tra destra e sinistra dei posti di governo della città. Il tutto in attesa che il ragionier Abramo, trascorsa la fatidica data del 28 febbraio, data che non consentirà nuove elezioni nell’anno, abbandoni il Titanic per trovare la salvezza nelle braccia di una regione benevola che accoglie, da Scopelliti in poi, i mercanti nel Tempio come se fossero i nuovi messia. Rinuncino i consiglieri comunali al loro chiacchierato mandato e rinunci la vice sindaco dottoressa Celestino, persona capace e stimata, a prestarsi a questo disegno malevolo e contorto dell’ormai ex sindaco Abramo. Per amore della città, per amore di se stessi.
*presidente Socialisti&Democratici
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