La frase che il signor Nicola Adamo mi attribuisce, per replicare (leggi qui) alla quale – pensate un po’… – ha addirittura infranto «il silenzio stampa» che si era «imposto» dal 19 dicembre, non l’ho mai pronunciata. Si tratta di un fake e a testimoniarlo c’è il video pubblicato proprio stamattina sui canali social de L’altroCorriere Tv: nella puntata di “20.20” di lunedì infatti ho detto, rispondendo a una domanda che mi è stata posta, di aver conosciuto la signora Enza Bruno Bossio tanti anni fa assieme al marito in un incontro in cui avanzava delle richieste nei miei confronti e di non averla poi più rivista. Confermo tutto, mai dette le parole citate dal signor Adamo.
Se l’ex vicepresidente della Regione avesse avuto l’accortezza di ascoltare le dichiarazioni a cui si è affrettato a replicare non sarebbe incorso in un errore tanto grottesco quanto rivelatore della voglia covata da lui e dal suo cerchio (molto poco) magico di infangare il mio percorso imprenditoriale e politico. Il guaio, per lui e per i suoi fedelissimi, è che i calabresi conoscono fin troppo bene sia la mia storia che la sua. Sanno chi ha lavorato per 50 anni per creare sviluppo e chi invece ha vissuto sempre e solo di politica occupando le istituzioni come fossero una cosa di famiglia. Che questi personaggi ora vogliano dare lezioni di morale, che si autoproclamino addirittura alfieri di battaglie contro “le nomenclature” e per il “rinnovamento”, che critichino la litigiosità tra le correnti di partito andando a fondare loro stessi un’ennesima corrente, è talmente ridicolo da non meritare risposta.
I fatti parlano chiaro e i calabresi lo sanno bene: da una parte c’è chi ha governato per anni con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti e dall’altra c’è chi, invece, non ha altri scopi se non quello di voltare pagina rispetto alla vecchia politica di cui il signor Adamo è l’emblema e che, per fortuna della collettività, è già avviata verso un triste e indecoroso declino.
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