Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato Csa-Cisal.
Non sappiamo chi abbia consigliato al direttore generale Fortunato Varone di rispondere alla nota del sindacato sullo scandalo della sede regionale di Bisignano. È francamente incredibile come l’allora dg del dipartimento “Lavoro, Formazione, Politiche Sociali” (e attualmente dg della Presidenza) non solo confermi integralmente la ricostruzione del sindacato Csa-Cisal (e non poteva essere altrimenti viste le prove documentali), ma sia stato capace addirittura di “peggiorare” la sua situazione.
Ricordiamo i fatti: la Regione paga un affitto da oltre 62mila euro all’anno per una sede di circa 1080 mq, quella di Bisignano, in cui lavorano appena due dipendenti regionali. Uno spreco già di per sé. All’improvviso è spuntata l’Associazione Liuteria Bisignanese che ha chiesto ed ottenuto dei locali all’interno della struttura nonostante il contratto di locazione in essere. Varone dice che il suo ex dipartimento «ha valutato la possibilità di concedere in comodato d’uso» le stanze all’interno della sede. Caspita. Il dg ci dà un’informazione aggiuntiva. Dai documenti ufficiali abbiamo visto una richiesta di autorizzazione all’uso dei locali da parte del presidente dell’associazione dei liutai, poi accolta da Varone. Ciò non risolve il problema posto dal sindacato Csa-Cisal. Il dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” poteva rilasciare l’autorizzazione o, come detto da Varone, il comodato d’uso all’associazione? Crede forse di essere a casa sua il direttore generale disponendo di un bene su cui la Regione già paga un affitto da oltre 62 mila euro all’anno? Perché non si è confrontato con il settore Economato che “istituzionalmente” si occupa della gestione di queste tipologie di pratiche? Se Varone avesse pagato di tasca sua l’affitto nulla quaestio, ma in questo caso lo hanno fatto i contribuenti calabresi.
Molto infelice sembra poi il richiamo alla corrispondenza fra il sindaco di Bisignano e l’assessore al “Bilancio e al Personale”. Quest’ultima, stando ai documenti ufficiali, aveva semplicemente detto che ai sensi del programma “Fitti zero” (nota del 27 giugno 2018), l’immobile poteva chiudere e addirittura indicava al Comune la necessità di accollo delle spese qualora quest’ultimo Ente, il Comune e non la Regione, ravvisasse utilità a mantenerlo aperto. Dal dipartimento “Personale”, in cui è incardinato il settore Economato, non è mai arrivata nessuna conferma sull’autorizzazione ad utilizzare i locali da parte dell’associazione dei liutai né tantomeno un documento sul fantomatico comodato d’uso. Anzi, se Varone dispone del documento, a questo punto conviene che lo esibisca. È anche una questione di trasparenza.
Il dg Varone cita poi l’approvazione di un Accordo di Programma riguardante la scuola di liuteria di Bisignano. È la delibera n. 2 del 2020. L’autorizzazione data da Varone è, invece, del 25 febbraio 2019 e la consegna dei locali e delle chiavi all’associazione è avvenuta il 9 aprile 2019. O Varone vedeva in anticipo le scelte oppure c’è un’evidente discrasia temporale. Prima si acconsente l’uso delle stanze a dei privati e dopo quasi un anno si firma un accordo di programma? Non doveva essere il contrario? Anche in questo caso, non sembra esserci stata una prudente gestione della cosa pubblica, piuttosto sembra una faccenda “privata” a spese dei calabresi.
Varone diventa insolente quando dice che l’Economato può chiudere comunque la sede e lo fa senza i crismi dell’ufficialità amministrativa ma con una nota di giornale. A parte che non decide lui, come lui non doveva decidere eventuali comodati d’uso, ma stia tranquillo che l’attuale dirigente del settore Economato sta già operando per porre rimedio a queste assurdità concesse dell’ex dg del dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali”. Con una comunicazione ufficiale, l’attuale dirigente del settore “Economato” ha informato l’Associazione che dovrà procedere alla consegna delle chiavi delle stanze (e degli arredi) entro il 21 febbraio 2020. Nella nota indirizzata anche al dg del “Personale” e all’attuale dg del dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali”, inviata ieri dopo la pubblicazione della nota del sindacato Csa-Cisal, viene ribadita peraltro la volontà di chiudere il contratto stipulato con l’arcidiocesi da cui deriva l’ingente impegno di oltre 62mila euro all’anno. Fatto che senza l’impegno e le denunce del sindacato non sarebbe mai avvenuto all’attenzione dell’Amministrazione. Da una parte abbiamo chi, come noi, ha messo in luce lo sperpero di danaro pubblico ingiustificabile e ingiustificato, dall’altro direttori generali che dimostrano leggerezza. Ci auguriamo che qualcuno paghi per questo spreco scandaloso.
Csa-Cisal
x
x