REGGIO CALABRIA È stata una cerimonia inaugurale ricca di emozioni e all’insegna della “comunità di cultura”, quella di ieri (mercoledì 12 febbraio 2020), per il “taglio del nastro” della Mostra “Tesori dal Regno. La Calabria nelle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli”, allestita al livello E del percorso espositivo del MArRC, a cura del direttore Carmelo Malacrino e del direttore del MANN Paolo Giulierini, con la collaborazione delle archeologhe: Daniela Costanzo e Maria Lucia Giacco, funzionarie rispettivamente al MArRC e al MANN.L’esposizione si colloca nell’ambito di un progetto di valorizzazione del patrimonio culturale della Calabria e del Meridione d’Italia nel contesto europeo, in sinergia con altri prestigiosi istituti museali.
La Sala Conferenze era traboccante di partecipanti e, insieme, della gratitudine di un territorio che si sente davvero “valorizzato” per la bellezza della propria eredità culturale dalla strategia di promozione del patrimonio storico-artistico-archeologico calabrese messa a punto dalla Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
«La cultura è un valore su cui investire per lo sviluppo della Calabria», ha detto il direttore Malacrino. «Vedrete una mostra che non è stato semplice costruire in una sola narrazione da reperti provenienti da aree diverse della regione – ha continuato – . Ringrazio il direttore Giulierini, per avere accolto l’idea di riportare temporaneamente nella nostra regione opere calabresi della collezione museale del MANN. La mostra è allestita in tre sezioni: la fondazione del Museo di Napoli; la storia del Museo Borbonico, con l’esposizione di reperti non soltanto calabresi ma anche provenienti da altri contesti del Regno delle Due Sicilie, importanti per un istituto museale concepito come “museo universale”, al pari dei più celebrati musei d’Europa; la Calabria».
L’archeologa Daniela Costanzo ha presentato il progetto scientifico che ha guidato l’allestimento: «L’esposizione ripercorre le tappe dell’istituzione del Museo di Napoli da parte della dinastia borbonica e la costituzione delle sue straordinarie collezioni, nate sia dall’immissione delle opere di proprietà reale (come nel caso della Collezione Farnese) che da scavi nel Regno, acquisti e donazioni. La mostra è focalizzata sul territorio calabrese, ripercorrendo i fili spesso discontinui di una storia iniziata nel Settecento. Il percorso – ha aggiunto la funzionaria – propone un viaggio nel tempo attraverso reperti rappresentativi delle collezioni napoletane tra XVIII e XX secolo, con preziose testimonianze dai grandi siti del Regno, come Pompei ed Ercolano, Canosa, Ruvo di Puglia con i suoi monumentali crateri a figure rosse. Si tratta di materiali importantissimi in una ideale continuazione di antico e moderno nella storia dei rapporti tra aree meridionali che hanno condiviso significative esperienze storiche, dalle colonie greche ai possedimenti romani al Regno delle Due Sicilie. In questo contesto – ha concluso Costanzo – si inseriscono i reperti provenienti dalla Calabria: i preziosi elmi in bronzo da Locri e i primi pinakes (quadretti votivi) dal santuario della Mannella, legati al culto di Kore-Persefone. Le laminette d’oro dall’antica Thurii sono una preziosa testimonianza delle credenze nel mondo greco relative all’Aldilà».
Per i saluti istituzionali, è intervenuta l’assessore alla Valorizzazione del patrimonio culturale della Città Metropolitana di Reggio Calabria Irene Calabrò, che ha dichiarato: «È sempre un piacere ritrovarsi qui, per tante iniziative che seguono una strategia di valorizzazione che inorgoglisce Reggio Calabria e che impreziosisce la nostra realtà culturale, sperimentando nuove tecniche di comunicazione e contaminazione. Il prestito è un ottimo strumento di relazione tra istituti culturali per promuovere la conoscenza dei beni che ciascuno custodisce verso l’esterno».
Il questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone si è complimentato con il direttore Malacrino, che, in una sola settimana ha «messo a segno ben tre importanti mostre, con un eccezionale dinamismo». «Questo Museo – ha affermato il questore – è un centro culturale di riferimento per l’intera comunità calabrese, e su queste basi si può costruire un futuro di legalità e di sicurezza».
Per la mostra ci si è avvalsi della fondamentale collaborazione della Biblioteca del MArRC, che ha fornito i preziosi volumi e repertori dedicati al Museo e alle ricerche in Calabria tra ‘800 e ‘900, dell’Assessorato alla Cultura di Catanzaro, dove è al momento custodita la preziosa stele iscritta delle Lampadedromie, e del Museo dei Bretti e degli Enotri di Cosenza.
Per festeggiare San Valentino “in bellezza”, dunque, l’appuntamento è al MArRC, per ammirare l’“amorevole” collezione museale sui quattro livelli del percorso espositivo permanente e visitare le tre mostre appena inaugurate: “Tesori dal Regno. La Calabria nelle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli”, al livello E, e “Philía. Restauri sostenuti con Art Bonus”, curata dal direttore Malacrino, e “Umberto Boccioni. Un percorso”, a cura di Marisa Cagliostro e Antonella Cucciniello, in collaborazione con il Polo Museale della Calabria, nello spazio accogliente di Piazza Paolo Orsi.
Per la Festa degli Innamorati, venerdì 14 febbraio mattina (dalle ore 9.00 alle ore 13.00), al livello E, sarà possibile visitare anche le Necropoli Ellenistiche, con un servizio di accompagnamento offerto dai Volontari del Touring Club Italiano di Reggio Calabria per il patrimonio culturale, senza alcun costo aggiuntivo rispetto al biglietto ordinario d’ingresso al Museo.
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