di Gaetano Megna
CROTONE Storia infinita quella dell’abbattimento delle villette appartenenti alla famiglia Grande Aracri a Capocolonna. Erano state costruite abusivamente nel lontano 1985, in piena area archeologica e per un motivo o per l’altro non sono state mai abbattute.
Si tratta di un abuso edilizio consumato dai parenti del potente boss Nicolino Grande Aracri di Cutro. La prima ordinanza di demolizione risale al 1986 ed è stata reiterata nel 1988, ma quelle villette sono ancora in piedi.
Nel 1994 gli esecutori dell’abuso hanno anche avviato la procedura per ottenere il condono, che il Comune di Crotone ha rigettato. Nel 1996 è stata emanata una nuova ordinanza di demolizione, anche questa finita senza alcun risultato, così come senza risultato sono rimaste le domande di condonare l’abuso presentate dai proprietari degli immobili: Rosario, Maria, Antonio, Giovanna e Francesco Grandi Aracri.
Il 31 ottobre del 2019 l’allora dirigente del settore Urbanistica del comune pitagorico, Giuseppe Germinara, ha emanato una nuova ordinanza di sgombero e demolizione delle cinque villette. I cinque manufatti abusivi costruiti in piena area archeologica dovevano essere abbattuti il 31 gennaio scorso, ma l’ordinanza emessa dall’ingegnare Germinara non è stata mai notificata.
Oggi il nuovo dirigente, che ha preso il posto di Germinara al settore Urbanistica del Comune, Elisabetta Domijanni, ha riproposto la determina per l’abbattimento negli stessi termini del suo predecessore ed ha già disposto la notifica del provvedimento agli interessati. Ovviamente sono state modificate le date degli interventi per cui il termine dello sgombero è stato fissato per il prossimo 17 aprile e l’abbattimento per il prossimo 20 aprile. (redazione@corrierecal.it)
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