CATANZARO In Calabria si registrano «forme diverse di criticità finanziaria» degli enti locali, «nel complesso più diffuse e gravi della media nazionale». Lo rileva la relazione del presidente del Tar Calabria, Giancarlo Pennetti, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario amministrativo a Catanzaro. Nella relazione del presidente del Tar si evidenzia «il considerevole numero di ricorsi di ottemperanza, in crescita numerica, presentati per obbligare, anche mediante nomina di un commissario ad acta, le amministrazioni pubbliche a eseguire le condanne al pagamento di somme di denaro dovute a cittadini, società, imprese disposte dal giudice ordinario. Normalmente – spiega Pennetti – questa tipologia di contenzioso è considerata poco importante, ma è innegabile che esso merita una specifica menzione dato che il fenomeno si incrocia con la situazione finanziaria di non pochi enti pubblici calabresi che sembrano confermare l’analisi effettuata dalla Banca d’Italia nel 2019, che segnala ampi disavanzi di bilancio soprattutto tra gli enti di questa regione».
La conseguenza sempre più frequente – secondo il presidente del Tar Calabria – è «una certa difficoltà della tutela resa dal giudice amministrativo in sede di giudizio di ottemperanza a raggiungere il risultato desiderato da parte di chi ricorre. Non si può non ricordare la recente dichiarazione di dissesto che ha interessato il Comune di Cosenza nel dicembre scorso e che ha determinato la dichiarazione di estinzione di circa sessanta giudizi di ottemperanza pendenti preso questo Tar».
Una «difficile situazione economico-finanziaria» – prosegue la relazione del presidente del Tar Calabria Pennetti – «caratterizza pure la Provincia di Crotone, come sembra emergere dall’impossibilità da parte del commissario ad acta incaricato, in alcuni giudizi di ottemperanza instaurati nei confronti di quell’amministrazione – di effettuare pagamenti in relazione a tali criticità tanto da ritenersi costretto alle dimissioni chiedendo la propria sostituzione, al punto da indurre i magistrati della seconda sezione a nominare, come nuovo commissario ad acta, “il presidente della Provincia di Crotone affinché possa verificare la situazione di eventuale dissesto dell’ente e provvedere i conseguenza”». Inoltre «problematica, anche in questo caso con riferimento a giudizi di ottemperanza pendenti, è la situazione di alcuni enti sub regionali in liquidazione, come nel caso dell’Afor, azienda forestale della Regione, che – come da ordinanza collegiale della seconda sezione – versa in un “palese stato di insolvenza”, di alcuni Consorzi di bonifica, nonché del Corap, Consorzio regionale attività produttive».
«LITIGIOSITÀ FRA ENTI FENOMENO DIFFUSO» «La litigiosità tra amministrazioni pubbliche è un fenomeno diffuso nel Mezzogiorno rispetto ad altre aree del paese e c’è un numero di ricorsi significativo tra amministrazioni che, al contrario, dovrebbero collaborare», ha poi spiegato il presidente del Tar della Calabria, Giancarlo Pennetti. «Certo è fisiologico, come del resto accade tra gli umani che possano esserci dissensi però il fatto di essere tutte portatrici di interessi pubblici e di svolgere compiti in favore della collettività le dovrebbe costringere ad evitare al massimo la possibilità di conflitti da portare davanti al giudice amministrativo. Questi conflitti dovrebbero essere risolti attraverso un dialogo e un confronto tenuto conto che le loro relazioni previste dalla legge, interorganiche e intersoggettive, devono essere curate e in qualche modo rese scevre da possibilità di conflitto prima ancora di arrivare al momento in cui queste relazioni si attivano operativamente».
«’NDRANGHETA? NOI AL SERVIZIO DELLA COLLETTIVITÀ» «Lo scenario emerso da una recente indagine giudiziaria condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro» e in particolare «da intercettazioni, riportate dalla stampa, nelle quali taluni soggetti sembrano progettare interventi impropri sul processo, volti a orientare l’esito di un’istruttoria disposta da questo Tribunale con una ordinanza collegiale in seno ad un giudizio di impugnativa dell’aggiudicazione di un appalto di opere pubbliche, è stata ragione di turbamento e smarrimento. L’unico condizionamento, l’unica tirannia che volentieri subiamo, è una sola ed è quella dei valori». È un altro passaggio della relazione del presidente del Tar in riferimento al contenuto di alcune intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita Scott” della Dda di Catanzaro che ha portato nel dicembre scorso all’arresto di oltre trecento persone. «In alcuni resoconti di stampa – ha detto Pennetti rispondendo alle domande dei giornalisti – si è parlato del tentativo di condizionare il Tar della Calabria, ed in particolare la Prima sezione, in relazione ad una gara d’appalto, ad un giudizio di impugnativa, riguardo l’aggiudicazione da parte di un secondo classificato. Quello che posso dire è questo: ho letto le intercettazioni telefoniche e non so se quegli intenti si siano tradotti in una pratica di qualche tipo e non voglio nemmeno pensarci. Quello che so è che neanche le parole dovrebbero ferire la credibilità della giurisdizione di un’istituzione come la nostra, che cerca di essere al servizio della collettività».
«È una brutta vicenda – ha aggiunto Pennetti, in servizio in Calabria dal luglio scorso –. Ci sono anche delle contestazioni. Non entro nel merito di valutazioni. Mi limito a dire che se ci si tiene alla giurisdizione, che è un fattore di grande coesione sociale per qualsiasi comunità, bisogna cercare di evitare improprie intrusioni all’interno di quel circuito del processo che è di per sé virtuoso e legale». (ant. cant.)
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