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Zes, export e porti. Cosa cambia con il Piano per il Sud

Dalle Zone economiche speciali all’attesa di una maggiore competitività per il Mezzogiorno. Le aspettative del governo (e non solo) per il programma di investimenti presentato ieri dal premier a Gi…

Pubblicato il: 15/02/2020 – 10:09
Zes, export e porti. Cosa cambia con il Piano per il Sud

di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA “Un Sud aperto al mondo nel Mediterraneo”. Il quinto tema del programma 2030 per il Sud presentato ieri a Gioia Tauro dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, insieme ai ministri per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, e per l’istruzione, Lucia Azzolina, è quello che più direttamente riguarda la Calabria e la provincia reggina, dove insiste il porto di Gioia Tauro, uno dei maggiori porti del Mediterraneo.
Quattro i punti in cui si suddivide questo tema: Zone economiche speciali, Piano Export Sud, Sostegno al sistema portuale, la Difesa per un Sud frontiera e ponte del Mediterraneo.
LE ZONE ECONOMICHE SPECIALI Risultati attesi. Tra i risultati attesi si spera di attrarre investimenti diretti esteri, rafforzare le esportazioni e migliorare la dotazione infrastrutturale dei poli logistici del Mezzogiorno, attraverso la piena entrata a regime delle Zone economiche speciali.
Le linee di intervento. Le linee di intervento mireranno all’adeguamento e potenziamento degli assi viari e ferroviari di connessione con le aree industriali, con i porti, interporti e retro-porti, anche con la realizzazione di infrastrutture di “ultimo miglio”.
Adeguamento dei porti, degli approdi e dei servizi a terra per lo sviluppo del traffico merci. Elaborazione di “Protocolli energetici” per ridurre il costo dell’energia per le imprese operanti nelle Zes. Incremento della competitività delle imprese, sia in maniera diretta, attraverso un sostegno finanziario, sia in maniera indiretta, attraverso azioni volte al potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali. Presidio della legalità nelle Zes anche attraverso specifici dotazioni tecnologiche.
Attuazione. In coerenza con i Piani di sviluppo strategico di ciascuna Zes, l’azione faciliterà l’attrazione degli investimenti, proponendo un “pacchetto” definito di incentivi per le Zes che potrà essere proposto agli investitori da parte del Commissario di governo competente.
Soggetti responsabili. Commissari straordinari delle Zes, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per gli interventi di natura infrastrutturale. Ministero dell’Interno per il presidio di legalità, Act.
Azioni e interventi per le Zone economiche. Le Zone economiche speciali (Zes), istituite con il Decreto “Mezzogiorno” del 2017, rappresentano uno strumento – già applicato con grande successo in numerose aree portuali e retro-portuali del mondo – che si fonda su due pilastri fondamentali: il primo è l’applicazione di un credito d’imposta per investimenti in beni materiali rafforzato nelle aree Zes rispetto alla misura in vigore nelle Regioni del Mezzogiorno (sono coperti interventi nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 50 milioni di euro, a fronte di un limite massimo di 15 milioni nel resto del Mezzogiorno). Il piano di sviluppo di ogni singola Zes, inoltre, può prevedere ulteriori incentivi fiscali a livello locale; il secondo è la previsione di notevoli semplificazioni amministrative, sia a livello legislativo centrale, sia a livello regionale, con l’istituzione dello Sportello unico amministrativo (Sua) presso le Autorità di sistema portuali.
La legge di Bilancio 2020 ha visto un notevole ulteriore rafforzamento della misura, con l’obiettivo di accelerare l’attuazione e l’operatività dello strumento, per recuperarne la funzione, piegata dalle perimetrazioni regionali a misura di sviluppo territoriale, alla finalità propria di attrazione dei grandi investimenti.
Sul piano della governance, è prevista l’istituzione di un commissario straordinario di governo per ogni Zes, che presiede i comitati direttivi e partecipa alla cabina di regia nazionale, al fine di garantire sia il necessario indirizzo unitario delle politiche di attrazione degli investimenti, sia una spinta decisiva per l’effettiva implementazione delle misure già previste nei singoli piani di sviluppo Zes, sia a livello di semplificazione amministrativa che a livello di marketing e attrazione degli investimenti. Sul piano degli incentivi fiscali, è prevista l’estensione del credito d’imposta per investimenti fino a tutto il 2022, con una copertura di ulteriori 100 milioni di euro.
Inoltre, sempre in legge di Bilancio è stata prevista la possibilità, nell’ambito delle Zone logistiche semplificate (Zls), connesse a importanti realtà portuali del Centro Nord, di perimetrare delle Zls “rafforzate”, nelle aree ammissibili agli aiuti di Stato a finalità regionale, estendendo l’incentivo fiscale secondo il modello delle Zes. Le cosiddette Zls “rafforzate” risulterebbero dunque sostanzialmente equiparate alle Zes in termini di incentivi fiscali e agevolazioni amministrative.
Le ulteriori linee di intervento, che saranno oggetto di appositi finanziamenti per tutto il ciclo 2021-2027, prevedono in particolare: la nomina dei commissari straordinari e l’istituzione degli uffici dei commissari, a supporto delle attività dei commissari stessi e del comitato direttivo di ogni Zes; il finanziamento delle infrastrutture “ultimo miglio” all’interno delle aree Zes, con l’adeguamento e il potenziamento degli assi viari e ferroviari di connessione con le aree industriali, i porti, gli interporti e retro-porti, per il necessario sviluppo del traffico merci; l’elaborazione di “protocolli energetici” per ridurre il costo dell’energia per le imprese operanti nelle Zes; lo sviluppo di sinergie con l’Agenzia delle Entrate, per la migliore applicazione degli incentivi fiscali (in particolare al settore della logistica) e il coordinamento delle diverse misure di intervento fiscale a livello locale e nazionale; l’indicazione alle Autorità di sistema portuali che rientrano nelle Zes di istituire le Zone franche doganali (Zfd), come ulteriore strumento di attrattività delle aree; l’istituzione di presidi di legalità nelle aree Zes già previsti a livello normativo e regolamentare, anche attraverso specifiche dotazioni tecnologiche.
PIANO EXPORT SUD Risultati attesi. Trasformare le aziende meridionali potenzialmente esportatrici in esportatori abituali e incrementare la quota di export riferita al Mezzogiorno sul totale nazionale. Secondo indagini campionarie condotte dall’Ice sulla I annualità (2017-2018) del Piano export Sud II, il 61% delle imprese partecipanti ha registrato un incremento del fatturato, in media pari al 12,6%.
Linee di intervento. Rifinanziamento anche nell’ambito del ciclo di programmazione 2021-27 del Piano export Sud, oggi previsto nell’ambito del Pon Imprese e Competitività 2014-20. Il Piano prevede iniziative di formazione e di rafforzamento delle competenze in materia di internazionalizzazione, e di promozione (partecipazione a fiere ed eventi di partenariato produttivo, organizzazione di missioni di incoming di operatori esteri) a beneficio delle PMI localizzate nelle 8 regioni del Sud.
Attuazione. Il Piano anche nel nuovo ciclo è gestito da ICE-Agenzia e sarà realizzato in coordinamento con le Regioni e in collaborazione con le rappresentanze imprenditoriali dei territori interessati.
Responsabili azioni. ICE-Agenzia, MAECI, MISE, Regioni.
SOSTEGNO AL SISTEMA PORTUALE Risultati attesi. Aumentare la competitività e l’attrattività sia commerciale che turistica dei porti del Sud Italia.
Linee di intervento. Interventi di ristrutturazione, ammodernamento, messa in sicurezza e sviluppo delle aree portuali e retro-portuali, sia in termini di accessibilità marittima che di collegamento alle linee di trasporto terrestri (per esempio ultimo miglio ferroviario).
Attuazione. Applicazione della clausola del 34% in tutti i successivi decreti di ripartizione delle risorse del Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali, riservate al rafforzamento del sistema portuale italiano nei prossimi 15 anni, al fine di portare gli investimenti nei porti del Mezzogiorno a 306 milioni di euro. Attuazione degli investimenti nel sistema portuale meridionale previste dalla Legge di Bilancio 2020 (a partire dai 6 milioni di euro per il retro-porto di Gioia Tauro).
Responsabili azione. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Autorità portuali.
SUD FRONTIERA E PONTE DEL MEDITERRANEO Risultati attesi. Creazione di opportunità occupazionali e miglioramento delle infrastrutture della Difesa esistenti per rispondere a nuove esigenze operative, in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Linee di intervento. Lavori di riqualificazione e messa a norma dei due arenali militari marittimi del Mezzogiorno, ad Augusta e a Taranto. Interventi di dragaggio nei porti militari. Programmi di efficienza energetica delle caserme. Ammodernamento dei radar.
Attuazione. Il recupero infrastrutturale e gli adeguamenti degli impianti dell’arsenale militare marittimo di Taranto rientrano nel CIS Taranto. Gli altri interventi saranno compresi in piani dedicati del Ministero della Difesa.
Soggetti responsabili. Ministero della Difesa.

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