SOVERATO Il problema sono i 300mila euro che con decreto dello scorso 19 dicembre i commissari alla Sanità calabrese hanno destinato, su richiesta dell’Asp di Catanzaro, all’adeguamento del blocco operatorio di Ginecologia dell’ospedale di Soverato, il cui Punto nascita nel 2018 totalizzò 349 parti e poi fu temporaneamente chiuso, a seguito di ispezione ministeriale, per carenze strutturali, organizzative e tecnologiche. Secondo il deputato del M5S, Giuseppe d’Ippolito, è inaccettabile continuare a foraggiare «un Punto nascita tra l’altro mancante, stando ai dati delle nascite, della necessaria esperienza sanitaria, dimenticando che da anni esiste un progetto, ancora non realizzato, per la messa in sicurezza del blocco operatorio dell’ospedale di Lamezia Terme, delle sale parto e dell’endoscopia». (qui i dettagli)
Sul punto, a stretto giro di boa, interviene il sindaco di Soverato Ernesto Francesco Alecci.
«Nella giornata di ieri ho preso atto – scrive in una nota – dell’interrogazione indirizzata, dal Deputato D’Ippolito, al Ministero della Sanità e dell’Economia, relativa al Decreto Commissariale che assegna circa 300.000 euro al Presidio Ospedaliero di Soverato per l’adeguamento del blocco operatorio di Ginecologia. Secondo il parlamentare lametino si tratterebbe di uno spreco di risorse che andrebbero invece indirizzate verso il potenziamento dell’ospedale di Lamezia».
«Mai come in questo caso il parlamentare D’Ippolito ha perso una preziosa occasione per stare zitto. Con le sue affermazioni dimostra non solo una profonda ignoranza circa la situazione che vive il presidio ospedaliero di Soverato (e dei servizi che da anni eroga sul territorio) quanto una totale mancanza di sensibilità e conoscenza dei problemi che attanagliano i cittadini di questo comprensorio. Sarebbe stato auspicabile da parte del parlamentare ascoltare i vertici dell’Asp e i dirigenti sanitari del presidio di Soverato per provare a capire il contesto nel quale lavorano e se il servizio in questione potesse racchiudere delle peculiarità e caratteristiche tali da giustificarne il rilancio. Invece l’onorevole D’Ippolito ha preferito ergersi a difensore dell’ospedale di Lamezia evidenziando un insensato campanilismo, prerogativa della politica più vecchia e deleteria della nostra regione. Non è certo spogliando un territorio per cercare di arricchirne un altro che si tutela il diritto alla salute».
«Sfugge al deputato – prosegue la nota – il percorso di eccellenza che l’ospedale di Soverato porta avanti da oltre 30 anni attraverso il punto nascite strettamente collegato ai reparti di Ginecologia ed Ostetricia e Pediatria. Basti pensare che in tutti questi anni non si è mai registrata nessuna mortalità neonatale e che la Pediatria del presidio ospedaliero di Soverato ha da sempre rappresentato un’eccellenza a livello nazionale. L’onorevole D’Ippolito disconosce poi il fatto che il punto nascite di Soverato serve una vasta area composta da una popolazione di circa 100mila abitanti che parte dall’alto jonio reggino risalendo fino alle montagne del vibonese e che già oggi, con la sospensione del servizio, sta creando enormi difficoltà a chi deve raggiungere l’ospedale di Catanzaro per le notevoli distanze ed i collegamenti a dir poco difficili. Il Decreto Commissariale è stato frutto di una fitta e intensa interlocuzione che il sottoscritto, affiancato da circa 30 sindaci del territorio, ha portato avanti per diverse settimane nella quale, partendo da solide argomentazioni, si è dimostrato come il servizio del punto nascite risponda a precise ed irrinunciabili esigenze. Peccato, però, che nelle tante iniziative a difesa del Punto Nascite il Movimento 5 Stelle non si sia mai fatto vivo al contrario di tantissimi medici e personale sanitario, associazioni del territorio, della Senatrice Gelsomina Vono e del Consigliere Regionale Giuseppe Pedà».
«Consiglio all’onorevole D’Ippolito – conclude Alecci – di cercare altri argomenti ai quali dedicare il proprio impegno politico perché insistendo su questa strada rischierebbe, tra qualche tempo, di lasciare un pessimo ricordo piuttosto che scomparire in un più dignitoso anonimato».
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