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Le mani delle ‘ndrine in Valle, richieste condanne fino a 20 anni

La Procura di Torino ha chiesto la condanna per gli imputati alla sbarra nel processo con rito abbreviato nato dall’inchiesta “Geenna”. Indagine ha fatto luce sulle infiltrazione del clan Nirta-Sca…

Pubblicato il: 17/02/2020 – 16:28
Le mani delle ‘ndrine in Valle, richieste condanne fino a 20 anni

TORINO La Procura di Torino ha chiesto condanne fino a 20 anni di carcere per i 12 imputati che hanno scelto il rito abbreviato al processo Geenna, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. La pena più alta richiesta dai pm Valerio Longi, Stefano Castellani e dal procuratore capo Anna Maria Loreto è di 20 anni per Bruno Nirta, che – secondo la Dda di Torino – svolgeva ruoli di promozione, direzione e organizzazione all’interno del Locale ‘ndranghetista valdostano.
LE RICHIESTA DI CONDANNA Di seguito le richieste di condanne per gli altri imputati: Marco Fabrizio Di Donato: (14 anni e 2 mesi); Francesco Mammoliti (10 anni e 8 mesi); Roberto Alex Di Donato (10 anni); Carlo Maria Romeo (9 anni e 4 mesi); Bruno Trunfio (6 anni e 8 mesi); Roberto Fabiani (4 anni e 8 mesi); Vincenzo Argiro’.e Rocco Rodi (3 anni); Salvatore Filice (2 anni e 8 mesi); Roberto Bonarelli (2 anni e 4 mesi); Giacomo Albanini (1 anno e 10 mesi).
L’INCHIESTA L’indagine, avviata nel 2014, ha provato l’esistenza di una locale operante in Piemonte e riconducibile alla cosca Nirta-Scalzone di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, capeggiata da Marco Fabrizio Donato e composta, fra gli altri, da Bruno Nirta e Antonio Raso, attivi con ruoli di promotori e organizzatori.
Secondo gli inquirenti, la ‘ndrangheta sarebbe riuscita a infiltrarsi nella politica locale, come provato dalla partecipazione al sodalizio, nelle vesti di concorrenti esterni, di amministratori quali il consigliere regionale della Regione Valle d’Aosta Marco Sorbara (all’epoca dei fatti consigliere comunale del comune di Aosta ) e Monica Carcea, consigliere comunale nonché assessore al Bilancio di Saint Pierre (Ao). Avrebbe, invece, partecipato in modo diretto all’associazione il consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico, che sarebbe stato eletto con l’appoggio del gruppo criminale. Nell’inchiesta è rimasto coinvolto anche un noto avvocato del foro di Torino, Carlo Maria Romeo. Dalle carte risulta, inoltre, come la ‘ndrangheta, nella tornata elettorale del 2015, avrebbe tentato un approccio con l’attuale sindaco di Aosta, Fulvio Centoz, che pero’ rifiutò qualsiasi aiuto. Nell’ambito della stessa operazione, infine, era stata individuata un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina, con al vertice i fratelli Bruno e Giuseppe Nirta, quest’ultimo nel frattempo deceduto.
IL LEGALE DELLA REGIONE: «DANNO ALL’IMMAGINE» «Oltre a quello patrimoniale, riteniamo ci sia stato un danno all’immagine e alla reputazione: tutta la collettività valdostana è stata lesa». L’ha dichiarato l’avvocato Riccardo Jans, che al processo Geenna sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta rappresenta l’ente regionale, costituitasi parte civile. Stamattina, durante l’udienza tenutasi a Torino, il legale ha avanzato una richiesta di risarcimento danni pari a 300 mila euro, con una provvisionale immediatamente esecutiva di 150 mila euro.

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