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Violentata e ridotta in schiavitù per 10 anni, condannato il “mostro” di Gizzeria

La Corte d’assise di Catanzaro ha inflitto 20 anni di reclusione al 56enne che aveva segregato la compagna nelle campagne della zona. I giudici lo hanno ritenuto responsabile delle torture inflitte…

Pubblicato il: 18/02/2020 – 17:19
Violentata e ridotta in schiavitù per 10 anni, condannato il “mostro” di Gizzeria

GIZZERIA LIDO È stato condannato a venti anni di reclusione Francesco Rosario Alosio Giordano. La Corte d’Assise di Catanzaro ha ritenuto il 56enne di Gizzeria responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, lesioni personali aggravate, riduzione in schiavitù.
Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe segregato per dieci anni la sua convivente, picchiandola e violentandola anche con attrezzi agricoli. Alcune delle aggressioni, sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero state compiute anche davanti ai figli minori ed uno di questi, addirittura, sarebbe stato costretto a sua volta dal padre a compiere violenze contro la madre.
La vicenda allucinante era stata scoperta dai carabinieri di Gizzeria Lido che nel corso posto di blocco organizzato sul territorio fermarono nel 2017 Francesco Rosario Aloisio Giordano a bordo di un’auto fatiscente insieme al figlio di 9 anni.
Le verifiche successive svolte dagli stessi militari fecero emergere in tutta la gravità lo stato di degrado in cui versava quella famiglia. La donna, infatti, assieme ai figli di 9 e 3 anni, viveva all’interno di una baracca fatiscente nelle campagne di Gizzeria. Una struttura infestata da topi ed insetti priva di qualsiasi servizio igienico. Ma il dramma ulteriore che viveva quella sfortunata famiglia emerse poi da ulteriori indagini: la donna infatti risultava essere stata ridotta in schiavitù da circa dieci anni. Anni in cui era stata costretta a subire qualsiasi forma di vessazione e tortura da parte del suo aguzzino anche quando era in stato di gravidanza. Da qui l’inchiesta che ha portato poi all’arresto dell’uomo ora condannato in primo grado a 20 anni di carcere.
orzate con corpi contundenti e con una pinza le avrebbe procurato una ferita grave all’indice, senza che la donna potesse ricorrere alla cure sanitarie o a un ricovero ospedaliero.

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