Leggendo la notizia a firma di Gaetano Megna sulla contestazione del commissario prefettizio di Crotone ad una dirigente del comune per assenza di titoli non si può che restare sconcertati.
Noi cittadini di Crotone, in pratica, avremmo ai vertici dell’apparato burocratico dell’amministrazione comunale personale senza i titoli previsti dalla normativa dello Stato per svolgere le alte, delicate funzioni delegate a garantire il corretto funzionamento della cosa pubblica.
Una questione enorme per una comunità nella quale i cittadini esprimono il loro bisogno istituzionale per una convergenza su risposte alle loro legittime domande da parte dell’Ente Locale.
Sappiamo tutti che a tali alte funzioni di dirigenza nella pubblica amministrazione si accede con pubblico concorso e per aver esercitato funzioni gestionali per un periodo di legge con assegnazioni di specifiche deleghe attraverso atti formali, ai sensi del codice civile.
È un principio inderogabile e non possiamo non interrogarci come a Crotone tale principio possa essere stato violato al punto tale che ad accorgersene debba essere stato il commissario prefettizio in luogo della rappresentanza democraticamente eletta.
Il problema vero pero non sta qui ma nel rapporto tra i cittadini e la politica.
Tra poco avremo le elezioni comunali a seguito del traumatico scioglimento del consiglio comunale di Crotone per le dimissioni che il Sindaco ha ritenuto di dare per vicende giudiziarie che hanno investito l’Ente.
Queste vicende ancor di più ci devono interrogare quali membri di questa comunità locale su quale disegno di rinnovamento, cambiamento di metodi e selezione delle classi dirigenti per determinare una presenza rappresentativa adeguata ai livelli periferici dello Stato onde poter generare meccanismi e procedure con le quali superare le diseguaglianze che la politica deve affrontare come questione emergente e quotidiana dei nostri giorni.
*ex parlamentare
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