CORIGLIANO ROSSANO La babele scatenatasi ieri sera attorno alla chiusura-riapertura lampo del reparto di Pediatria e connessi, ha generato una serie di reazioni.
In primis quella del sindaco Flavio Stasi, messosi subito in comunicazione col ministro Speranza e poi corso a Catanzaro, a bussare alla porta del commissario regionale alla sanità Saverio Cotticelli per chiedere un intervento repentino e risolutorio, insieme al commissario in pectore dell’Asp di Cosenza, dopo le dimissioni del predecessore Daniela Saitta. Grazie allo sforzo del sindaco e della governance dell’Azienda sanitaria sono stati individuati – per un solo mese – due pediatri in aggiunta alla risicatissima pianta organica della Pediatria dello spoke di Corigliano Rossano.
Una panacea che non risolve i mali ma che comunque consentirà la sopravvivenza al reparto che è sempre con l’acqua alla gola, in considerazione del provvedimento tampone, temporaneo e valido per un mese. E poi? Se lo chiedono tutti dopo la rivolta sui social che sfocerà nei prossimi giorni con una grande manifestazione di piazza, perché un territorio di 220mila abitanti non può rimanere sguarnito dell’unica Pediatria, ostetricia e punto nascite.
Ieri sera, ancora, anche l’ex sindaco di Corigliano, Pasqualina Straface, ha sensibilizzato l’attenzione del neo presidente della Regione, Jole Santelli sulla questione. Ma ad entrare a gamba tesa, ci ha pensato oggi pomeriggio il consigliere regionale Giuseppe Graziano che ha chiesto le dimissioni del direttore sanitario Pierluigi Carino.
«Un manager, per definirsi tale, deve assumersi il coraggio delle proprie azioni, deve saper guardare oltre, deve, soprattutto, saper dare risposte alle circostanze più critiche. E questo vale per chi gestisce le grandi holding e per chi, invece, è chiamato ad amministrare la sanità pubblica. Il teatrino al quale abbiamo assistito ieri, sulla chiusura e riapertura dell’unità operativa di Pediatria, al netto dei problemi che investono l’Azienda sanitaria e l’intero sistema della salute calabrese, ci restituisce un altro dato: zero capacità del management dello Spoke nel saper gestire l’emergenza. Il direttore sanitario di un ospedale non è un notaio che ratifica tutto ciò che gli viene sottoposto; è un manager, appunto, che dovrebbe trovare soluzioni ai problemi», è quanto afferma Graziano in una nota in cui descrive il caso verificatosi nel giro di poche ore prima con la sospensione dei ricoveri nel reparto di Pediatria per essere riattivati poco dopo.
«Non è la prima volta – insiste il consigliere regionale – che nell’ospedale di Corigliano-Rossano vengono emessi decreti di chiusura di reparti, firmati dal direttore sanitario, per poi essere puntualmente revocati a distanza di poche ore da parte dell’Azienda sanitaria che nel frattempo trova le soluzioni. Da cittadino, però, mi chiedo se le soluzioni, anche in forma provvisoria alla fine si trovano sempre, perché creare disagio? E non è la prima volta che questo accade, ed è successo già per il Pronto soccorso e un’altra volta già a Pediatria».
«Invece di promulgare l’ennesimo atto senza senso – rimarca Giuseppe Graziano – il direttore dell’ospedale poteva premunirsi di individuare prima le giuste contromisure evitando che ieri si creasse l’ennesimo caso su una sanità già malata. Per non parlare dello sperpero di denaro pubblico che queste azioni, adottate in assenza di una logica preventiva volta a risolvere il problema e senza farsi travolgere dagli eventi, provocano alle casse dell’Asp e di conseguenza a noi cittadini. Pensate alle reperibilità di autisti e infermieri, ai viaggi delle ambulanze convenzionate e a tutto il meccanismo di spesa che si è generato ieri per trasferire in altri presidi ospedalieri le pazienti in attesa. Un trauma per gli utenti e per le casse. Di chi è la responsabilità?»
Per questi motivi, «a mio avviso, deve dimettersi», chiosa Giuseppe Graziano. «Anche perché ricopre l’incarico di direttore sanitario dal lontano 2005 e le postazioni dirigenziali stagnanti, purtroppo, non hanno mai generato benefici». (l.latella@corrierecal.it)
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