REGGIO CALABRIA La notificazione di un provvedimento cautelare di arresti domiciliari nei confronti di Domenico Creazzo, sbarella le carte della politica regionale calabrese. Per il neo consigliere, eletto nella scuderia di Fratelli d’Italia e sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, si aprono due possibilità. La prima è quella secondo la quale potrebbe essere chiamato a rinunciare allo scranno conquistato per la Cittadella, la seconda (realizzabile a seconda dei tempi) è che inizi e continui ad esercitare l’incarico da consigliere. Ipotesi, quest’ultima, che non è del tutto da scartare in considerazione della misura disposta dal gip e argomentata nell’operazione Eyphemos (qui un approfondimento sulle accuse a Domenico Creazzo). Procedendo con ordine, qualora il neo-eletto e proclamato poco meno di un paio di settimane fa, dovesse essere costretto a rinunciare all’incarico di consigliere regionale al suo posto entrerebbe il primo dei non eletti della circoscrizione sud, sempre candidato nella lista orchestrata da Giorgia Meloni. I “meloniani” in riva allo stretto hanno fatto incetta di voti grazie alla dote politica di Creazzo (un tempo militante nel centrosinistra) e di Giuseppe Neri. Non è un caso che proprio il nome dell’indagato nell’odierna operazione della Dda di Reggio Calabria, da diversi osservatori politici, fosse quello quello più indicato per il ruolo di presidente del consiglio regionale. Adesso lo scenario è certamente diverso, per cui se Creazzo (eletto con 8.033 voti) dovrà rinunciare al seggio, sarebbe sostituito da Raffaele Sainato primo dei non eletti con una dote elettorale di 3.897 voti. In ogni caso, tutte le decisioni, sono da considerarsi in una fase di stand-by in attesa del primo consiglio. Creazzo infatti è stato proclamato eletto, ma lo status di consigliere deve essere ratificato dalla giunta elettorale che non si può riunire prima della convocazione della nuova assise. Se nel frattempo il Tribunale delle libertà dovesse rimettere in libertà Creazzo, lo stesso potrebbe mantenere l’incarico conquistato a suon di preferenze, aspettare la chiusura delle indagini e poi eventualmente affrontare il processo da uomo libero.
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