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EYPHEMOS | Disarticolato il clan Alvaro – I NOMI

In carcere sono finiti i capi del potente clan che opera nell’Aspromonte. Ma anche personaggi di spicco. Gli affari della ‘ndrina, dalle estorsioni per i lavori pubblici al traffico di droga

Pubblicato il: 25/02/2020 – 9:34
EYPHEMOS | Disarticolato il clan Alvaro – I NOMI

REGGIO CALABRIA L’operazione “Eyphemos” della Distrettuale reggina, ha permesso di smembrare praticamente l’intera cosca aspromontana. La squadra mobile ha messo le manette su elementi di spicco della clan: boss storici, personaggi di spicco, luogotenenti e nuove leve dell’articolazione di Sant’Eufemia d’Aspromonte.
Fra essi figurano il boss Cosimo Alvaro detto Pelliccia a cui il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere perché detenuto per altra causa, Domenico Alavaro detto Micu classe 1977, Salvatore Alvaro detto Turi Pajeco classe 1965, Francesco Cannizzaro, alias “Cannedda” classe 1930 [che partecipò allo storico summit di Montalto nel 1969], Cosimo Cannizzaro, alias “spagnoletta” classe 1944, Domenico Laurendi, alias “Rocchellina”, imprenditore ed elemento di primissimo piano della ‘ndrangheta eufemiese.
Le indagini sono state condotte con l’irrinunciabile ricorso alle intercettazioni grazie alle quali è stato possibile individuare le gravi vicende criminali che hanno determinato il graduale potenziamento dell’articolazione di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte e quindi degli Alavaro. Oggi il clan Alavaro è una potente cosca della ‘ndrangheta unitaria, operante nella provincia di Reggio Calabria, in altre regioni dell’Italia e all’estero, che trova la sua forza anche nei legami con altre potenti cosche e nei solidi rapporti di alleanza con altre famiglie ‘ndranghetistiche.
L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria fa luce sui diversificati interessi illeciti della cosca di Sant’Eufemia d’Aspromonte, svelando un accentuato dinamismo nel sistematico ricorso ad attività estorsive nei confronti di operatori economici e titolari di imprese. Estorsioni per alcune decine di migliaia di euro venivano imposte, con minacce anche ambientali, agli imprenditori durante l’esecuzione di lavori pubblici nel comune di Sant’Eufemia [rifacimento di edifici, risanamento del dissesto idrogeologico, risparmio energetico degli impianti di pubblica illuminazione, completamento di strade] e in centri viciniori (ristrutturazione di un edificio scolastico di San Procopio).
Ad alcuni titolari di imprese impegnate nell’esecuzione dei suddetti lavori veniva imposta, con la forza dell’intimidazione derivante dall’appartenenza alla cosca, l’assunzione di maestranze di ditte ad essa riconducibili. La cosca gestiva anche un lucroso giro di sostanze stupefacenti e infatti diversi affiliati sono stati arrestati con l’accusa, a vario titolo, di cessione, acquisto, coltivazione, tentata importazione, offerta in vendita di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e marijuana.

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