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Cardiochirurgo in quarantena, Regione e Fimmg: «Violata la legge»

Dipartimento e sindacato dei medici di famiglia censurano la decisione assunta da un operatore nei confronti di un collega in servizio al Mater Domini di Catanzaro

Pubblicato il: 27/02/2020 – 8:27
Cardiochirurgo in quarantena, Regione e Fimmg: «Violata la legge»

«Violate arbitrariamente le disposizioni e le indicazioni ministeriali per affrontare l’emergenza Conav-19». Lo affermano, in una nota congiunta, il Dipartimento tutela della Salute della Regione Calabria e la Fimmg Calabria. «Stigmatizziamo – specificano – quanto emerso da organi di stampa secondo i quali il medico di medicina generale Pasquale Montilla avrebbe messo in quarantena fino al 9 marzo un cardiochirurgo in servizio presso l’Azienda ospedaliera Materdomini di Catanzaro che rientrava da Milano, città peraltro non compresa tra le così dette “zone rosse”. Teniamo a precisare – continuano Dipartimento regionale e Fimmg – che il medico di medicina generale non ha alcun titolo per mettere in quarantena il cardiochirurgo in quanto occorre preventivamente avvisare il dipartimento di prevenzione dell’Asp. Lo riteniamo un comportamento autoreferenziale e irresponsabile, del quale Montilla se ne assumerà le dovute conseguenze, che rigettiamo, in quanto non è ammissibile intraprendere posizioni arbitrarie che si discostano dalle linee tracciate dal governo, proprio in un momento particolarmente delicato della salute pubblica che investe l’intero Paese». Dipartimento regionale e Fimmg «allo stesso modo» censurano «le posizioni espresse a mezzo stampa che esaltano l’atteggiamento del dottore Montilla. Tale comportamento, invece, rappresenta una pericolosa fuga in avanti e mette in serio pericolo il sistema dell’assistenza e della prevenzione. Il triage funziona solo se si segue alla lettera quanto contenuto nelle disposizioni in vigore». La Fimmg Regionale, che «attualmente collabora in maniera significativa con il Dipartimento Tutela della Salute prende le distanze – fanno inoltre sapere dal sindacato maggiormente rappresentativo dei medici di famiglia – da queste prese di posizione che appaiono palesemente censurabili e pericolose in quanto potrebbero rappresentare errati modelli di riferimento nel settore».

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