COSENZA Il giudice del tribunale di Paola ha accolto la richiesta di patteggiamento di Gennaro Licursi e così, l’ex sindaco di Scalea è stato condannato alla pena di reclusione (sospesa) di due anni. L’ex primo cittadino ha svestito anche i panni di consigliere regionale quando, nel dicembre dello scorso anno, finì coinvolto nell’inchiesta “Ghost Work” condotta dalla procura della repubblica di Paola guidata da Pierpaolo Bruni. Licursi, oltre a guidare le sorti della comunità tirrenica, svolgeva anche servizio nella sede distaccata di Scalea dell’Asp di Cosenza come responsabile del servizio di guardia medica. E proprio sulla sua attività dirigenziale si sono concentrate le indagini delle fiamme gialle che hanno documentato una serie di episodi di assenteismo dal luogo di lavoro. Missioni fantasma, ore lavorative impiegate in altro tipo di attività ma comunque remunerate (qui ulteriori approfondimenti) sono finite nel fascicolo d’indagine del sostituto procuratore De Franchis che ha costruito un solido impianto accusatorio. Nei giorni di Natale, era stato lo stesso Licursi ad avanzare la proposta di patteggiamento della pena al pubblico ministero il quale aveva fornito parere positivo. Si aspettavano solo le determinazioni del giudice che si sono palesate nel corso dell’udienza che si è svolta mercoledì 26 febbraio. Oltre a Gennaro Licursi, nell’inchiesta furono coinvolte anche altri dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza. Si tratta di Paolo Filice, responsabile del servizio del 118 di Cosenza, Valentino Cupelli, collaboratore amministrativo dell’Asp e Angela Riccetti, direttore del distretto del Tirreno che è stata sospesa dal servizio per tre mesi. I tre affronteranno il processo e proveranno a dimostrare la loro innocenza e totale estraneità ai fatti.
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