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EYPHEMOS | Il medico Galletta risponde al gip e respinge le accuse

L’uomo, finito agli arresti domiciliari nel blitz dello scorso 25 febbraio, ha negato ogni addebito dichiarando di avere sostenuto la campagna elettorale di Marco Siclari senza promettere nulla in …

Pubblicato il: 02/03/2020 – 19:22
EYPHEMOS | Il medico Galletta risponde al gip e respinge le accuse

di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Nessun patto elettorale tra la ‘ndrangheta e il candidato, chiese il voto come faceva con tutti senza promettere nulla in cambio. Giuseppe Antonio Galletta ha risposto alle domande del gip ed ha respinto tutte le accuse. Assistito dal difensore di fiducia, avv. Giuseppe Calabrese, questa mattina ha sostenuto l’interrogatorio di garanzia dinnanzi al gip, presente il pm della DDA Giulia Pantano. Il medico è finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione Eyphemos, condotta dalla Squadra Mobile della Questura reggina, che lo scorso 25 febbraio ha portato all’arresto di 65 indagati (53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari) accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, reati in materia di armi e di sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale, violenza privata, violazioni in materia elettorale, aggravati dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di aver agevolato la ‘ndrangheta, nonché per scambio elettorale politico mafioso.
LA VERSIONE DELL’ACCUSA Secondo l’accusa Galletta, medico conosciuto a Reggio Calabria con studio a Gallina, sarebbe stato il “trait d’union” tra l’allora candidato a sindaco Marco Siclari, medico originario di Villa San Giovanni ma da anni a Roma, poi eletto al Senato, e la cosca Alvaro di Sinopoli. Galletta avrebbe chiesto l’interessamento di Domenico Laurendi, uno dei principali indagati dell’inchiesta che la procura definisce “imprenditore mafioso”, per procacciare voti in favore del candidato a Palazzo Madama nella lista di Forza Italia al collegio uninominale “Calabria 4”. Intercettando Laurendi, che all’epoca dei fatti era stato assolto in primo grado nel processo Xenopolis, pendente l’appello, il 7 febbraio 2018 gli investigatori della Mobile diretta dal primo dirigente Francesco Rattà hanno sentito la telefonata tra Galletta e Laurendi in cui il primo informava il secondo della candidatura di Siclari: “io non è che volevo, però purtroppo si è candidato, un amico mio intimo… che è al Senato di Forza Italia Siclari”; definendolo un “ragazzo di Roma, originario però di Villa”, che “è genero anche di un collega”. Il 28 febbraio successivo sarebbe seguito l’incontro organizzato da Galletta e alla sua presenza, tra Siclari e Laurendi, che si sono visti all’interno della segreteria politica di Siclari e nel corso del quale – sempre secondo l’accusa che non ha potuto ascoltare la conversazione perché il Trojan installato nel telefono di Laurendi era stato da questi rimosso – sarebbe stato raggiunto un accordo tra il politico e l’uomo del clan Alvaro. A chiudere il cerchio dell’impianto accusatorio è il favore, dopo le avvenute elezioni, chiesto da Laurendi a Galletta, per il trasferimento di sede di una parente che lavorava alle poste.
LA VERSIONE DEI FATTI DI GALLETTA Il medico rispondendo alle domande del gip ha negato ogni addebito dichiarando di avere sostenuto la campagna elettorale di Marco Siclari e di avere chiesto il voto a tutti i suoi conoscenti, compreso anche Domenico Laurendi, ma senza che a Laurendi fosse stato promesso nulla in cambio. Quanto all’incontro all’interno della segreteria, il medico ha spiegato di avere presentato Laurendi a Siclari così come faceva normalmente con tutti gli altri elettori che andavano in segreteria per incontrare il candidato.
LA DECISIONE DEL SENATO Il senatore Siclari, nei cui confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari concessa dal gip resta sospesa in attesa che il Senato si pronunci sulla richiesta di autorizzazione a procedere, già nei giorni scorsi ha affidato a Facebook un lungo post in cui anch’egli respinge fermamente le accuse. La giunta per le immunità di Palazzo Madama comincerà domani a esaminare la richiesta di arrestare il senatore per voto di scambio politico mafioso. (redazione@corrierecal.it)

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