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Coronavirus, infermiere reggino pronto a trasferirsi nella zona rossa. «Ho paura ma voglio aiutare»

Francesco Anoldo ha dato la disponibilità al trasferimento temporaneo nelle strutture sanitarie lombarde: «Il nostro mestiere va al di là di un semplice lavoro»

Pubblicato il: 04/03/2020 – 11:01
Coronavirus, infermiere reggino pronto a trasferirsi nella zona rossa. «Ho paura ma voglio aiutare»

REGGIO CALABRIA C’è anche un operatore sanitario di Reggio Calabria tra quanti hanno deciso di aderire alla richiesta di aiuto avanzata dalle autorità sanitarie lombarde alle prese con l’emergenza coronavirus che sta mettendo in affanno l’assistenza ospedaliera di quella regione. Francesco Anoldo, infermiere, dipendente dell’azienda ospedaliera di Reggio Calabria, nei giorni scorsi aveva pubblicato un post sui social rendendosi disponibile ad un trasferimento temporaneo. «Se ho paura? Mentirei – aveva affermato – se dicessi di no…Presenterò richiesta in uno degli ospedali della zona rossa. Lì ci sono colleghi che hanno bisogno di braccia non di post». Cosa che Anoldo ha fatto. «In passato – aggiunge – ho prestato il mio aiuto in occasioni emergenziali con la Protezione Civile a seguito del terremoto in Emilia, di alluvioni o altre situazioni in cui era necessario un aiuto concreto. Anche in questa occasione ho pensato di rispondere all’avviso pubblico fatto dalla Regione Lombardia semplicemente per dare una mano ai tanti concittadini».
Le motivazioni alla base della decisione dell’infermiere reggino sono chiare. «Il nostro mestiere – spiega – va al di là di un semplice lavoro. L’ospedale di Lodi rientra tra le strutture che vivono maggiori difficoltà e i colleghi del nord hanno bisogno di aiuto. Molti infermieri hanno già preso servizio nei reparti degli ospedali colpiti dall’emergenza coronavirus, dando sollievo ai colleghi stremati dalla cronica carenza di personale e dallo straordinario afflusso di pazienti».
«Siamo tutti – sostiene ancora Anoldo – in una situazione di vera emergenza. Nord, sud, centro, zona rossa o gialla non cambia nulla. Ormai il coronavirus circola e si diffonderà ancora. Si dovrebbe solo pensare alla cura e ad aiutare le persone e le realtà in difficoltà. In Lombardia adesso c’è più bisogno di quanto ce ne sia qui e non vedo l’ora di andare…».

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