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Enigma Santelli: nessuno dei “suoi” riesce a parlare con la presidente

Il braccio di ferro con Salvini sui posti in giunta per la Lega. Morrone contro Orsomarso in Fdi. Ma le mosse romane del governatore sono un mistero. E il primo pensiero non è per la giunta ma per …

Pubblicato il: 04/03/2020 – 16:32
Enigma Santelli: nessuno dei “suoi” riesce a parlare con la presidente

CATANZARO Se la Calabria ha mille problemi, i colonnelli dei partiti che hanno sostenuto Jole Santelli alle Regionali del 26 gennaio ne hanno uno in più: parlare con la “loro” presidente. Santelli è diventata un enigma politico: non sente da tempo i maggiorenti calabresi della sua coalizione. Che sono così spiazzati da cercare interlocutori e intermediari per raggiungere un governo regionale sempre più “romano”.
I COMMISSARI “SBLOCCA CANTIERI” Sia sul piano logistico che su quello politico. La politica concentrata (geograficamente) tra il Pollino e lo Stretto pensa (quasi) soltanto alle caselle da sistemare in giunta, Santelli invece pianifica interventi tecnici e sonda strade per metterli in pratica. Il primo pensiero è, pare, rivolto a una serie di nomine commissariali finalizzate a liberare risorse e sbloccare cantieri. Nomine da concordare con i livelli governativi. Nel mirino ci sarebbe anche la ripresa dei discorsi riguardanti il Ponte sullo Stretto, idea mai abbandonata dal centrodestra di marca berlusconiana.
BRACCIO DI FERRO CON SALVINI Non che non abbia nodi da sciogliere, la neo governatore. Neppure a dirlo: il primo riguarda le bizze dell’alleato più ingombrante. Matteo Salvini non sente ragioni: chiede due assessorati di peso (leggasi: dotati di ampio portafoglio) per la giunta che verrà. Dall’altra parte, secondo quanto si apprende, ha trovato porte sbarrate e un irrigidimento che non si aspettava. Santelli non ne vuole sapere di concedere troppo spazio alla Lega. L’offerta prevede, al massimo, un assessorato e la presidenza del consiglio regionale (che sarebbe appannaggio di Tilde Minasi). Ma l’ex ministro dell’Interno non è interessato allo scranno più alto di Palazzo Campanella. Vuole scegliere due nomi esterni (i consiglieri eletti non sono inclini a dimettersi, come previsto dall’accordo interno al Carroccio) e l’unico modo per farlo è “invadere” la giunta. I nomi sul tavolo sono Cataldo Calabretta, avvocato e manager delle dive, e Anna Maria Mancuso, ex senatrice originaria di Zagarise ma milanese di fatto. Dovesse esserci spazio soltanto per uno, Salvini avrebbe i suoi problemi a scegliere.
FRATELLI D’ITALIA: LO SCONTRO INTERNO Il disinteresse per la presidenza del consiglio regionale è un tratto che accomuna Lega e Fratelli d’Italia. Neppure Giorgia Meloni ne è ingolosita (nel caso di Fdi il posto andrebbe a Giuseppe Neri). Anche perché ha altri guai da risolvere. Tutti interni. I “fratellisti”, quando sono scesi in campo, avevano una certezza: in caso di vittoria, un assessorato sarebbe andato a Fausto Orsomarso, consigliere regionale uscente e non ricandidato. Quella certezza vacilla. Questa volta, però, non ci sono veti degli alleati né di Santelli. I problemi arrivano dall’area che fa capo a Luca Morrone, eletto nella circoscrizione Nord con più voti di Enrico De Caro, il candidato sostenuto dall’area di Orsomarso: questione di rapporti di forza sanciti dalle urne. Nello scontro sottotraccia spera di spuntarla il terzo incomodo: Filippo Pietropaolo, nome in voga anche per la presidenza del consiglio regionale. Granitica, almeno dai rumors che circolano, la scelta dell’Udc. L’assessore designato dai centristi è il segretario regionale Francesco Talarico. L’alternativa sarebbe Luigi Fedele, ma appare un’ipotesi improbabile allo stato attuale.
IL PRIMO CONSIGLIO La strategia di Santelli sarebbe, dunque, quella di riservare altre due postazioni per l’area forzista della coalizione (dopo i due slot “personali” di Ultimo all’Ambiente e Savaglio alla Ricerca). Un mosaico nel quale la presidente dovrà tenere conto anche della dislocazione geografica dei tasselli: è lì che i partiti calabresi l’aspettano al varco. A dire il vero aspettano tutti una convocazione prima del consiglio regionale che sancirà l’avvio della legislatura. O, quanto meno, un direttivo per prendere nota delle prime linee guida. Il 9 marzo è vicinissimo e tutti aspettano di sapere quale sarà la prossima mossa di Santelli. Alcuni sperano addirittura di riuscire a parlare con lei.

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