REGGIO CALABRIA «Per il momento, siamo solo lambiti dall’epidemia di Covid19, ma le cose potrebbero complicarsi anche qui. Il nostro sistema sanitario regionale già in affanno, per colpa, ma non solo, di un piano di rientro decennale, rischia di soccombere del tutto. Adesso che la situazione è diventata insostenibile, la politica si deve svegliare dal torpore e dire le cose come stanno». È quanto afferma il consigliere regionale Marcello Anastasi, di “Io resto in Calabria” che si rivolge al presidente Jole Santelli. «Basterebbe – propone Anastasi – solamente andare a guardare le graduatorie degli idonei, non vincitori, di concorsi pubblici nel settore sanitario, che aspettano da anni di veder realizzati i loro sforzi e mettere a servizio la loro professionalità e non di meno poter rimanere nella propria terra. Opportunità ed urgenza chiedono, pertanto, che si attinga a quelle graduatorie. Il commissariamento non ha prodotto né miglioramenti in termini di spesa né in termini di efficientamento del servizio all’utenza. La popolazione meridionale sempre di più scappa al Nord quando ha un serio problema di salute, con conseguente fuga di risorse, che la sanità del nord sembra gradire molto. A Milano tutti i grandi gruppi sanitari privati, accreditati con il Ssn, perché di eccellenza, stanno potenziando la loro offerta, vedi il costruendo San Raffaele 2 a Sesto S. Giovanni, il Gruppo San Donato, primo colosso sanitario privato in Europa, che si muove sulla stessa linea. Noi, invece, stiamo a guardare la lenta e inesorabile agonia della nostra sanità, che per anni ha dato la possibilità al malaffare di sguazzare ed agire impunemente». «Oggi in Calabria le misure più urgenti riguardano la mancanza di personale – sostiene ancora il consigliere regionale – che per effetto del blocco del turn-over, è arrivato al limite massimo. Le poche assunzioni a tempo determinato hanno solo potuto dare una boccata di ossigeno al sistema, senza riportare, tuttavia, in sicurezza l’intero sistema. La stessa legge Madia, che questo Governo ha modificato inserendo qualche emendamento in bilancio, non può risolvere il problema perché saranno non molti quelli che avranno i requisiti per essere stabilizzati. Il problema sarebbe di facile soluzione, solo se ci fosse quella volontà politica di mettere, per una volta, da parte quegli interessi personalistici, il più delle volte non comprensibili ai ‘comuni mortali’, e pensare al bene della collettività calabrese».
NESCI E SAPIA Dello stesso avviso anche i deputati del M5s, Francesco Sapia e Dalila Nesci: «Per reclutare personale sanitario è indispensabile, oltre che obbligatorio, scorrere le graduatorie valide vigenti in questo momento in cui va organizzata la migliore assistenza sanitaria in caso di contagi da Coronavirus». «Perciò in attesa che a breve si definiscano a livello centrale i poteri, le deroghe e le procedure straordinarie per le assunzioni necessarie a fronteggiare l’emergenza Coronavirus – proseguono Sapia e Nesci – raccomandiamo alla struttura commissariale del governo che si usi lo scorrimento delle graduatorie vigenti in Calabria al fine di assicurare la più rapida copertura delle figure professionali necessarie e per evitare lungaggini e iniziative dissonanti da parte delle singole aziende del Servizio sanitario calabrese». «Per lo scorrimento delle graduatorie del personale sanitario, gli stessi parlamentari – riporta ancora la nota – hanno diffidato il Commissario alla sanità, Saverio Cotticelli, ad annullare la recente delibera con cui il commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano, ha indetto un avviso pubblico, per soli titoli, per la copertura di 29 posti di infermiere a causa dell’emergenza Coronavirus». «Tale deliberazione – hanno scritto i due parlamentari nella loro diffida – è priva della firma del direttore amministrativo aziendale, Elisabetta Tripodi, e soprattutto nel testo non si fa riferimento a graduatorie valide vigenti, per il profilo richiesto, nella regione Calabria, che devono scorrere come previsto dalle norme in vigore».
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