di Luca Latella
LAMEZIA TERME Sono quasi spettrali le città calabresi. La sindrome da coronavirus ha “contagiato” un po’ tutti e tutti sembrano aver preso coscienza che è meglio stare a casa.
Sarà per le ordinanze restrittive in quasi tutti i comuni o per via delle “raccomandazioni” che giungono dai media, ma non è semplice incrociare tante persone per strada, nonostante la festa della donna.
A Corigliano Rossano, ultima città risvegliatasi “contaminata” dal Covid-19, fra le 20 e le 21 di domenica sera, nonostante non ci sia scuola l’indomani, il panorama è davvero spettrale. Nessuno – letteralmente – per strada a fare due passi o nei locali, quasi come lo scenario di “Plague Inc” o di un episodio di “Ai confini della realtà” in cui il personaggio principale si risveglia dal coma in un mondo senza esseri umani. Rare le automobili in giro, mentre quei pochi, quasi si schivano.
A Cosenza, nel pomeriggio, corso Mazzini e piazza Bilotti sono molto meno frequentate del solito, segno che anche qui la psicosi da coronavirus la fa da padrona, dopo le scene incredibili registrate ieri sera all’autostazione. E mentre stanno prendendo piede le ordinanze – fra le disposizioni i controlli dei passeggeri dei bus provenienti dal nord – anche corso Nicotera a Lamezia Terme, intorno alle 21 assume connotati da film.
Come la via Marina a Reggio Calabria, assolutamente deserta rispetto a Corso Garibaldi e zona Duomo, un po’ più frequentati, come d’abitudine, dai reggini immancabili della loro passeggiata.
La Calabria, insomma, sembra essere abbastanza coscienziosa e attenta nel rispettare le direttive per contenere il contagio, quasi si sia preparata velocissimamente a sviluppare quel senso civico che in fondo non ha mai manifestato. (l.latella@corrierecal.it)
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