Ultimo aggiornamento alle 19:11
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

«Coronavirus, dal contagio mediatico alla “soluzione finale”»

di Rosario Previtera*

Pubblicato il: 09/03/2020 – 16:58
«Coronavirus, dal contagio mediatico alla “soluzione finale”»

Gli scenari apocalittici sempre più spesso prospettati dalla diffusione del Coronavirus, sembrano prendere forza e forma dalle immagini surreali di comuni, province e regioni isolate o da isolare in Italia come in Cina e auspichiamo di non dover assistere a fenomeni di deportazione (se non peggio), degni dei migliori film di fantascienza-catastrofici o ambientati nella seconda guerra mondiale. In attesa della “soluzione finale” che è identificabile nell’ottenimento e diffusione del classico vaccino contro il nuovo Coronavirus, appare opportuno riflettere su alcuni aspetti, i quali potranno risultare utili nel caso si dovesse ripresentare, in futuro, la prossima pandemia, atteso che quella in corso venga subito debellata.
Il “COVID-19” sembra ormai acclarato che provenga dalla Cina. Le immagini e i video disponibili da anni sul web, riguardanti l’inesistente garanzia di sicurezza alimentare e l’assenza delle minime misure di tutela igienico-sanitaria in molti paesi asiatici, senza soffermarci sulle nefandezze relative al maltrattamento sistematico degli animali, ci fanno capire come la possibilità di diffusione dei virus siano all’ordine del giorno in “focolai” alla luce del sole. Luoghi paragonabili a gironi danteschi dell’inferno in cui è normale la promiscuità e il contatto fisico tra animali vivi in gabbia, animali morti e loro parti, animali agonizzanti e mutilati, con persone che con tranquillità si aggirano alla ricerca del “prodotto giusto” da consumare subito o con calma a casa, sia crudo (quando non addirittura vivo) sia cotto. Condizioni di inevitabile contatto fisico e aereo tra fluidi organici animali (sangue, linfa, sudore, urina, ecc.) vettori del virus e le persone che si infettano e amplificano il contagio in maniera esponenziale, in Paesi dove i numeri sono importanti se si pensa a megalopoli abitate da milioni di persone in continuo movimento. Virus che sicuramente hanno già mietuto, negli anni, migliaia di vittime in aree in cui era difficile che le notizie fuoriuscissero in maniera significativa. Oggi grazie alla comunicazione on-line senza limiti (o quasi), ciò è difficilissimo, per cui quanto accade anche nei luoghi più sperduti del mondo o sotto le più ferree dittature, prima o poi viene ad essere scoperto e conosciuto dall’opinione pubblica.
E’ nauseabondo assistere a pratiche e costumi che si basano su culture alimentari vecchie di millenni. Ma la consapevolezza e la coscienza “globale” odierna, ci obbligano a dover evidenziare le problematiche connesse a ciò che ancora qualcuno, inconsciamente o irresponsabilmente, difende ostinatamente in quanto considera “tradizioni”. Invece è una questione di umanità tout court stimolata ed amplificata oggi più di ieri, dalla possibilità di vedere, conoscere a distanza, grazie al web, alla tv, alla stampa libera. E’ angosciante assistere al maltrattamento degli animali, o dei disabili, o dei minori indifesi quasi quanto osservare in un clima di assoluta normalità ed atavica esaltazione, alla lapidazione fino alla morte di donne musulmane, in vaste aree ove si vive nello status di “civiltà” cristallizzate a secoli addietro. Al pari delle esecuzioni Jihadiste e simili. Ma se si tratta diritti umani negati o calpestati, allora anche la salvaguardia dai virus, dalle epidemie e pandemie deve essere intesa come tutela del diritto più importante per gli abitanti di questo pianeta: il diritto alla vita !
E allora occorrerà agire in maniera poderosa, è il caso di dire con l’opportuna “civilizzazione” con il rischio che ciò comporta dal punto di vista lessicale e concettuale; nulla a che fare naturalmente con l’imposizione di metodi e stili di vita o con gli stermini culturali delle popolazioni indigene da parte degli occidentali, colonialisti in ogni dove. Così come i governi mondiali si stanno attivando contro il “climate change” e i gas climalteranti, occorrerebbe programmare un’azione congiunta di sensibilizzazione presso quelle popolazioni il cui food and eating style mette a rischio la propria salute e quella mondiale. Naturalmente occorrerebbe l’accettazione piena e incondizionata da parte dei governi interessati come quello cinese. Cosa difficilissima, vista la difficoltà nel riuscire a far aderire la Cina ed altri Paesi a trattati e iniziative pro-ambiente, dal Protocollo di Kyoto del 1997 fino all’attuale mobilitazione globale post Greta Thunberg. Cin riferiamo alla risoluzione Onu “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” comunemente definita Agenda 2030 che con i suoi 17 obiettivi e 169 traguardi da raggiungere, accettati da 193 nazioni sin dal 2015, punta a risolvere i problemi del mondo, all’insegna della sostenibilità integrata. Occorrerebbero pertanto soluzioni costose, di lungo periodo e soprattutto motivazioni altamente convincenti per un immenso paese come la Cina in crescita mostruosa, neo colonialista, restio alla cooperazione internazionale in genere e parecchio conservatore, da buona “repubblica” comunista. Ma sarebbe l’unica soluzione probabile e pacifica. Occorrerebbe una sorta di “Agenda 2030” proposta dall’Europa con finalità spiccatamente “educative” ed indirettamente sanitarie da raggiungere in un quarto di secolo. Se riflettiamo sullo status emotivo di ognuno di noi e soprattutto dei cittadini e dei rappresentanti delle istituzioni maggiormente coinvolte dal “caso” coronavirus, riappare lo spettro del terrorismo. Perché in fondo di terrore collettivo si tratta. E il panico non dovrà sovrastare la razionalità, unico vero baluardo e strumento di difesa dall’estrema e ultima ipotetica fase post-pandemica per la sopravvivenza: tutti contro tutti, l’uomo contro l’uomo. Altro che glaciazione.

*agronomo, agente di sviluppo locale

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x