REGGIO CALABRIA Anche al Reparto Mobile di Reggio Calabria si sono verificati, in data odierna, i primi casi di colleghi per i quali dovutamente si è dovuto ottemperare, per la nota emergenza virale di questi giorni, in virtù dell’Ordinanza nr. 03 del 08/03/2020 della Presidentessa della Regione Calabria e del D.C.P.M. della stessa data.
«Ma – spiega in una nota ufficiale il segretario provinciale UPL Sicurezza Carmine Capozzi – stona in maniera abbastanza evidente la mancanza di comunicazione fra la Dirigenza del Reparto Mobile, e le rappresentanze dei lavoratori. Tant’è vero che al momento ancora non vi è alcuna comunicazione in merito che chiarisca la situazione e la posizione presa. Seppur siamo abituati ad utilizzare notizie certe, in questo momento è d’uopo dover cercare il maggior numero di informazioni che girano fra i colleghi, dalle quali si evince che ben due casi sono stati fatti rientrare (o stanno rientrando), loro malgrado perché provenienti da zone a rischio».
LE RIFLESSIONI Il segretario provinciale Capozzi, poi, pone alcune riflessioni: «La mancanza di comunicazione, a parecchie ora dall’accertamento della situazione, non fa bene assolutamente alla tutela dei restanti colleghi. L’assenza infatti di chiarezza nella scelta delle prossime decisioni, al verificarsi di determinate situazioni, può mettere a rischio la salute dei colleghi oltre che la funzionalità di una articolazione della Polizia di Stato così importante». «Proprio in virtù di quanto espresso nel punto precedente – spiega ancora – non possiamo fare a meno ricordate alcune delle peculiarità di codesto Reparto, che proprio in queste situazioni di emergenza è impegnato, tutelando naturalmente la salute e l’incolumità dei colleghi, nelle più disparate situazioni di Ordine Pubblico. Questo, come ben sappiamo tutti, è un ufficio che, alla luce di quanto sta accadendo, per caratteristiche, composizione e preparazione, sarà fondamentale nella gestione delle emergenze. Ma sempre in virtù del punto precedente potrebbe trovarsi “mutilato” nella sua piena operatività». «La composizione del Reparto Mobile e la sua necessaria funzionalità forse avrebbero imposto diverse scelte in merito alla gestione dei casi. Infatti almeno in un caso la Dirigenza era a conoscenza della provenienza dalle zone a rischio del personale di rientro da servizi appositi, già da alcuni giorni. Forse nell’interesse primario della salute dei colleghi e dei loro cari, ma anche e soprattutto nell’interesse fondamentale della piena operatività di codesto Reparto, non si sarebbe dovuto aspettare l’emanazione in data odierna degli obblighi imposti dalla Regione Calabria. La Dirigenza, con la giusta propria discrezionalità di cui ha pieno appannaggio e con il fare del “buon padre di famiglia”, avrebbe potuto, discrezionalmente, operare alcune scelte che non avrebbero esposto ulteriormente ne i colleghi interessati ne tutti gli altri, garantendo la piena funzionalità del Reparto Mobile, anche e soprattutto agli occhi dei cittadini e di chi ha bisogno di noi». «Ancora oggi la Dirigenza, con apposita circolare a data odierna, informava il personale che ci sarebbe stata una pulizia straordinaria degli uffici e delle zone comuni del Reparto. Ben venga – spiega ancora Capozzi – tale operazione, ma si vorrebbe ricordare al sig. Dirigente dott. De Pascale, che soltanto una bassa percentuale del personale è impegnato in servizi d’ufficio, mentre il restante personale è impegnato in attività operativa a bordo dei Daily e degli altri automezzi, fonti potenziali di contagio in quanti si rimane, come egli ben sa, parecchie ore a bordo dell’automezzo in numero di dieci persone». «Non ci si spiega perché non sia stata avviata analoga profilassi per il personale che da due giorni è sugli stessi mezzi dei colleghi per cui è stata predisposta, con i quali hanno condiviso, per numerose ore, automezzi, pasti, hotel ecc. Si confida, ad ogni modo, che ogni Sua decisione sia stata presa sentendo anche il parere del locale Ufficio Sanitario. Ancora oggi stona la disposizione impartita dalla Dirigenza, di cui non si è mai avuta copia ma confermata per le vie brevi dal Funzionario addetto, ove viene previsto solo in determinati casi l’impiego della mascherina FFP3, mentre genericamente bisogna ritirare, all’atto di uscire in servizio, quelle cosiddette “chirurgiche”, sicuramente non idonee. Infatti tale disposizione ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza proprio oggi, in quanto il personale in servizio presso il Centro di Primo Soccorso di Messina è stato inviato continuamente in servizio con le mascherine “chirurgiche”, ma dal momento che c’è stata la necessità di far iniziare la profilassi ad uno degli operatori, è parso subito chiaro che servivano le FFP3. Che ovviamente sono ben chiuse nelle loro custodie presso l’armeria del Reparto!». «Infine – conclude Capozzi – le vorremmo ricordare che con nostra richiesta del 04.03.2020, nostro protocollo numero 25/2020, recapitatale via PEC nella stessa data, le avevamo chiesto un incontro proprio per affrontare questi argomenti, magari per trovare una soluzione, anche insieme alle altre rappresentanze sindacali, cercando di anticipare i tempi, infatti quattro giorni fa si sapeva che alcuni colleghi sarebbero rientrati dal nord, e le avevamo offerto anche una data “larga” per incontrarci, dandole tutto il tempo per organizzarsi, ma lei ha declinato (ovviamente lungi da noi discutere le sue motivazioni)».
«Le vorremmo ricordare che, a fine servizio, noi operatori torniamo a casa dai nostri cari, e credo abbiamo il pieno diritto di non rischiare di portarci a casa le malattie che possiamo contrarre non tanto per il tipo di servizio, che siamo sempre fieri di affrontare, ma per colpa delle inadempienze organizzative dovute alla Sua gestione. In conclusione, queste O.S. si auspicano che questa direzione unitamente all’ufficio sanitario seguano i due colleghi e in caso di positività vengano prese immediatamente le profilassi del caso nonché informare subito tutti coloro che sono stati a contatto in questi giorni con loro».
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