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Coronavirus, tenda pre-triage e misure di sicurezza al Sant'Anna Hospital

Nella struttura non ci sono casi di contagio. «Percorsi sicuri per minimizzare i rischi. Qualche disagio per l’accesso ma la sicurezza viene prima di tutto»

Pubblicato il: 10/03/2020 – 13:41
Coronavirus, tenda pre-triage e misure di sicurezza al Sant'Anna Hospital

CATANZARO Una tenda pre-triage è in corso di allestimento presso il Sant’Anna Hospital di Catanzaro. Il Centro regionale di Chirurgia Cardiovascolare ha deciso di realizzarla – avvalendosi per questo della preziosa collaborazione della Protezione Civile – in via precauzionale e allo scopo di continuare a garantire in sicurezza all’utenza i diversi percorsi diagnostico terapeutici.
Il Sant’Anna, al momento, non registra alcun caso di contagio. Tuttavia, considerata l’evoluzione del dato epidemiologico italiano e per l’elevato numero di prestazioni sanitarie erogate, l’ospedale, al pari delle altre strutture sanitarie, si è venuto a trovare oggettivamente in una condizione di aumentato rischio. Da qui la decisione della direzione generale e di quella sanitaria di elevare i livelli di controllo attraverso criteri rigorosi di accessibilità, adeguati all’eccezionalità del momento.
Ad installazione ultimata, quindi, ogni accesso al Sant’Anna Hospital sarà disciplinato da una procedura di pre-triage che prevede la rilevazione della temperatura corporea, la compilazione della scheda anamnestica ed il lavaggio mani. Gli accessi saranno contingentati al fine di garantire la distanza di sicurezza tra i diversi utenti. Tale procedura è stata pianificata, in coerenza con le linee guida via via emanate delle autorità competenti, anche al fine di garantire l’individuazione e la gestione di eventuali casi sospetti.
«L’emergenza Coronavirus sta avendo un impatto sull’organizzazione dei processi sanitari e sulla fruibilità delle prestazioni sanitarie – ha detto il direttore sanitario, Soccorso Capomolla. L’attenzione del Sant’Anna Hospital si è dunque concentrata nella realizzazione di percorsi sicuri per minimizzare il rischio infettivologico e nello stesso tempo per continuare a garantire quelle prestazioni sanitarie salvavita che, nonostante tutto, continuano a essere indispensabili per pazienti cardiopatici. Comprendiamo che il rigore nel gestire gli accessi potrà creare dei disagi e ce ne scusiamo con l’utenza ma siamo sicuri che i pazienti e i loro familiari comprenderanno che, nel loro interesse e anche nell’interesse dei nostri operatori, queste misure erano assolutamente necessarie».

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