COSENZA Non ci sono morti per Coronavirus in Calabria. La “notizia” del decesso di uno dei pazienti si è diffusa in mattinata a Cosenza ed è, naturalmente, circolata a velocità esponenziale sui social, provocando una comprensibile apprensione. La tensione, in Italia e in Calabria, è alta. Fonti ufficiali della Regione hanno smentito la morte del paziente che, sempre secondo le stesse fonti, sta anzi leggermente meglio rispetto al giorno in cui è stato ricoverato. Desta, invece, qualche preoccupazione la paziente di Corigliano Rossano risultata positiva lunedì.
Non è certo questa la prima informazione allarmistica che circola dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Tra social, gruppi whatsapp e fughe di (presunte) notizie, in parallelo con l’epidemia da Covid-19 ne è apparsa una da disinformazione che, purtroppo, rischia di fare danni molto seri. Alla fine della settimana scorsa, un giovane di 27 anni di Crotone è stato denunciato per aver diffuso un filmato in cui segnalava il primo caso di Coronavirus in città, per poi diffonderlo e scatenare il panico. E lunedì un docente reggino improvvidamente segnalato come infetto è stato costretto a redigere una nota stampa per segnalare che era in perfetta salute. È circolato anche un elenco con i nomi dei 60 medici di base del Cosentino sottoposti a isolamento dopo essere entrati in contatto con un paziente contagiato. Mantenere la calma ed evitare di diffondere il panico. Dare notizie verificate e ufficiali. Questo ci si chiede. Rispettare i lettori e le persone è molto più importante di una manciata di clic.
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