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Coronavirus, la politica chiede la riapertura degli ospedali di Cariati e Trebisacce

Tredici sindaci del Basso Jonio hanno scritto a Jole Santelli. Mobilitazione anche per l’ospedale dell’Alto Jonio, già oggetto di due sentenze del Consiglio di Stato

Pubblicato il: 11/03/2020 – 17:55
Coronavirus, la politica chiede la riapertura degli ospedali di Cariati e Trebisacce

CORIGLIANO ROSSANO L’emergenza coronavirus preoccupa, e non poco, anche le amministrazioni comunali. Ed è in questa direzione che tredici sindaci dell’area del basso Jonio hanno chiesto l’immediata e straordinaria riapertura dell’ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati.
Per gli amministratori all’interno del presidio si potrebbe insediare il centro territoriale di emergenza per il trattamento dei casi di infezione.
L’istanza, nata su impulso del sindaco di Crosia Antonio Russo, è stata condivisa e sottoscritta anche dai Sindaci di Cariati, Ines Scalioti (facente funzioni), di Bocchigliero, Alfonso Benevento, di Calopezzati, Franco Cesare Mangone, di Caloveto, Umberto Mazza, di Campana, Agostino Chiarello, di Cropalati, Luigi Lettieri, di Longobucco, Giovanni Pirillo, di Mandatoriccio, Dario Cornicello, di Paludi, Stefano Graziano, di Pietrapaola, Pietro Nigro, di Scala Coeli, Giovanni Matalone e di Terravecchia, Mauro Santoro.
Nei giorni scorsi anche altri rappresentanti politici del territorio si erano appellati al nuovo governo regionale per la riapertura non solo del “Cosentino”, ma anche sul “Chidichimo” di Trebisacce, per il quale anche una sentenza del Consiglio di Stato ne ha intimato la ripresa delle attività ospedaliere.
Peraltro lo scorso 7 gennaio, una nuova sentenza dello stesso organo ha stabilito – procedendo alla nomina – che il commissario ad acta per l’esecuzione della Sentenza 2151 del 2015, che sanciva la riapertura del “Chidichimo”, dovrà essere il Capo di Gabinetto del Ministro della sanità o suo delegato.
Anche l’ex sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, il sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, il segretario di Forza Italia di Cariati, Francesco Cosentino, l’Udicon, il consigliere regionale Gianluca Gallo, tra gli altri, stanno chiedendo da tempo che la regione punti l’attenzione sui due presìdi ospedalieri.
«L’ormai imminente e purtroppo inevitabile emergenza sanitaria – scrivono i sindaci – che da qui e nelle prossime ore si troverà ad affrontare la Calabria a causa del continuo diffondersi del Coronavirus, contro il quale non esistono ancora presidi medici efficaci ed inibitori, sta ponendo le Istituzioni nazionali e regionali difronte all’attuazione di misure stringenti e si spera efficaci per attutire l’urto degli effetti anche mortali del virus. A tal riguardo, in rappresentanza dei territori della Sila Greca e del basso Jonio cosentino, chiediamo di attuare subito il piano di riapertura straordinario dell’ex Ospedale “V. Cosentino” di Cariati (già soppresso a seguito dell’attuazione del Piano di Rientro regionale), insediando al suo interno il centro territoriale di emergenza per il trattamento dei casi di infezione con l’allestimento della Terapia Intensiva, l’utilizzo delle già allestite sale di rianimazione presenti nello stabile, ed il Reparto di degenza in quarantena».
Per i tredici sindaci del basso Jonio cosentino si tratta della soluzione «ottimale e facilmente attuabile, dati i tempi ristretti in cui si è costretti ad operare e considerato che lo spoke di Corigliano-Rossano, l’unico presidio ospedaliero-sanitario presente nella zona dello Jonio che, nel caso in cui dovessero aumentare i casi di contagio, rischierebbe il totale collasso perché già naturalmente in affanno».
L’appello degli amministratori è «accorato, carico di preoccupazione per le tante vite umane attualmente a repentaglio in un territorio che ha una popolazione molto anziana, ma anche carico di tantissima lucidità nel tracciare una soluzione straordinaria ma probabilmente salvifica. Non c’è più molto tempo».
E mentre il sindaco di Corigliano Rossano annuncia un’azione programmata di disinfestazione per tutto il territorio comunale, monta la preoccupazione per i soli quattro posti letto in rianimazione all’ospedale “Giannettasio” di Rossano per i 220 mila abitanti della Sibaritide. (lu.la.)

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