COSENZA Non solo proiezioni di film cancellate, ma anche set bloccati e riprese rinviate a date da destinarsi. Con decine e decine di operatori del settore cinematografico senza gli introiti previsti ma con le scadenze fiscali e previdenziali di sempre. La crisi prodotta del coronavirus ora affossa anche il giovane settore cinematografico calabrese. Tanto che i produttori, gli attori, i registi e le maestranze che operano in Calabria adesso chiedono sostegno alle istituzioni contro le perdite causate dallo stop delle proiezioni e delle riprese. «A rendere più drammatica la situazione – spiegano – è il fatto che questa crisi arriva proprio mentre finalmente in Calabria si stava consolidando un settore cinematografico vero e proprio che, anche grazie all’attività della Film Commission regionale, è finalmente riuscito a far notare la sua presenza a livello nazionale e internazionale, con case di produzioni che oggi riescono a realizzare film destinati alle sale cinematografiche; a eseguire la produzione esecutiva su set di grandi dimensioni, e a dare opportunità a registi, attori e maestranze. Ma anche a formarne di nuove, capaci di fronteggiare tutte le fasi produttive del cinema (sia di fiction, sia documentario). E anche a distribuire film prodotti nella regione». «Ma – come è scritto nell’appello alle istituzioni lanciato dall’associazione di categoria “Rete Cinema Calabria” – questa crisi psicologica e sanitaria lo sta colpendo gravemente “sul nascere”, insieme all’intero comparto della cultura».
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