di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO La Corte dei Conti ha bacchettato il Comune di Corigliano Rossano per inadempienze nel sistema di controlli dei conti. In particolare nei giorni scorsi i magistrati contabili hanno inviato al Palazzo di Città un accertamento – delibera 34/2020 del 3 marzo – per «l’inadempimento da parte del Comune di Corigliano Rossano, dell’obbligo di trasmettere a questa sezione regionale di controllo della Corte dei conti del referto sul sistema dei controlli interni previsto dall’articolo 148, comma 1 del Tuel».
Nonostante le emergenze e le contingenze storiche, oggi, siano ben altre rispetto alle “scartoffie” comunali alle quali assolvere, i giudici attendevano comunque il referto riferito all’esercizio 2018. In sostanza, la Corte dei Conti ogni anno esercita il controllo sul corretto esame di gestione dei comuni. Si tratta di sorta di verifica “collaborativa”, sulla sanità delle finanze dell’ente e sul funzionamento del sistema di controlli interni.
I magistrati contabili, quindi, hanno richiamato il Comune, reo di non aver inviato il referto a tempo debito, entro il 30 ottobre 2019, e di non aver risposto anche ad un sollecito, inoltrato all’ente il 20 dicembre 2019.
Fuori termine per ben due volte, la camera di consiglio della Corte dei Conti, riunitasi lo scorso 3 marzo, ha constatato l’«inadempimento e l’assenza di riscontro alcuno da parte del Comune di Corigliano Rossano alla nota di sollecito».
Nell’occhio del ciclone, dunque, è finito quel documento di controllo di gestione a consuntivo che il segretario comunale – dice la norma – avrebbe dovuto trasmettere. Il mancato adempimento finirà al vaglio della Procura regionale della Corte dei conti che prima applicare formule sanzionatorie, probabilmente, prorogherà la consegna di altri 30 giorni.
Certo, bisognerà fare i conti con la sospensione degli uffici giudiziari ma sembra piuttosto grave che dal Municipio non abbiano risposto nei tempi previsti dalla legge (fine ottobre 2019) ed anche alla nuova richiesta reiterata dai magistrati contabili a fine anno.
A conti fatti, il comune avrebbe dovuto attenersi alla verifica «dell’adeguatezza funzionale e dell’effettivo funzionamento del sistema dei controlli interni»; alla «valutazione degli strumenti diretti a verificare la coerenza dei risultati gestionali rispetto agli obiettivi programmati»; alla «verifica dell’osservanza dei principali vincoli normativi di carattere organizzativo, finanziario e contabile». Ed ancora, riferisce la delibera della Corte dei Conti, alla «rilevazione degli eventuali scostamenti dagli obiettivi di finanza pubblica», al «monitoraggio, in corso d’anno, degli effetti prodotti in attuazione delle misure di finanza pubblica e dei principali indirizzi programmatici dell’ente» ed al «consolidamento dei risultati con quelli delle gestioni degli organismi partecipati».
STATUTO COMUNALE La bacchettata della Corte dei Conti, a quanto pare, non sarebbe la sola. Da ambienti vicini al Palazzo di Città circola l’indiscrezione secondo la quale il prefetto avrebbe inviato una diffida per la mancata approvazione dello statuto comunale, prevista entro i primi sei mesi dall’insediamento del governo cittadino e ad oggi non ancora ratificato.
La redazione di una “bozza” di statuto era stata affidata dall’allora commissario prefettizio alla Fondazione Mortati di Corigliano. Un incarico contestato da molti, anche da Flavio Stasi, allora in campagna elettorale per le elezioni amministrative che poi avrebbe vinto. La Fondazione, peraltro, avrebbe dovuto consegnare la bozza – come da delibera – entro 90 giorni ed invece di giorni ne sono passati solo 360 fino alla “cerimonia” di consegna, avvenuta a metà gennaio 2020 (qui la notizia).
Contestato nel merito da tutti, lo statuto avrebbe dovuto passare al vaglio di una commissione consiliare ad hoc che non si è mai riunita. (l.latella@corrierecal.it)
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