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«Coronavirus e predissesti»

di Ettore Jorio*

Pubblicato il: 12/03/2020 – 8:40
«Coronavirus e predissesti»

Un argomento che interessa una gran parte dei Comuni calabresi è certamente anche quello di che fine faranno, con il perdurare dell’epidemia in atto, i percorsi attivati dagli stessi relativi alle procedure di riequilibrio finanziario pluriennale, ma anche quelli (e sono la quasi totalità) con bilanci al limite della sostenibilità.
Una preoccupazione, quest’ultima, che affliggerà altresì la Regione, che dovrà misurarsi con un bilancio segnatamente precario e difficile da perfezionare, quanto a quello di previsione 2020-2022 eluso dal presidente uscente, nel rispetto degli ineludibili canoni della veridicità, ragionevolezza e cautela. Ciò a causa della sua stretta dipendenza dagli introiti centomilionari dei Comuni inerenti rifiuti e acqua, da ritenersi quasi impossibili da concretizzare.
Lo stato dei provvedimenti dell’Esecutivo
Il Coronavirus ha sino ad oggi richiesto una innumerevole quantità di provvedimenti governativi, sia sotto forma legislativa (sette decreti legge, di cui uno convertito) che amministrativa (quattro dpcm, di cui due divenuti inefficaci, una delibera e una ordinanza ministeriale), tendenti a contenere l’altrimenti dilagante relativa epidemia. Alcuni di essi, come era ovvio che fosse, hanno inciso sulle scadenze fiscali in senso lato, così come quello che ha disposto (art. 2 del D.L. 9/2020) la sospensione dei tributi negli undici comuni componenti della già «zona rossa», cosi come sono stati sospesi (art. 1, comma 2, D.L. 9/2020) i termini di qualsiasi atto riguardante l’adesione agli avvisi di accertamento notificati dai Comuni, la presentazione delle istanze di accertamento con adesione e la proposizione di ricorso avanti le commissioni tributarie.
I tributi e le tariffe dovuti agli enti locali
Tuttavia, alla conta degli innumerevoli adempimenti tributari posti a carico dei contribuenti sembrano a tutt’oggi mancare misure emergenziali finalizzate a sospendere, a questo punto in tutta Italia, quelli afferenti ai tributi locali e alle tariffe, determinanti i maggiori introiti annuali dei Comuni, Province e Città metropolitane.
Una mancata previsione – che certamente sarà colmata a breve dal Governo – che se non prontamente adottata metterà, di certo, in crisi le finanze di siffatti enti territoriali, molti dei quali già in difficoltà, tali da averli indotti – massivamente nel Sud – al ricorso alle procedure di riequilibrio finanziario pluriennale, di cui agli artt. 243 bis-quater del Tuoel. Uno stato particolare che impone ai ricorrenti al predissesto alcuni importanti obblighi procedurali e di merito. Tra questi ultimi, l’assoluto rispetto del conseguimento del piano di riequilibrio pluriennale condiviso dalle competenti Sezioni regionali di controllo regionali, cui viene rimesso oltre al compito di iniziale approvazione dello stesso anche quello di verificare la corretta sua esecuzione, in relazione altresì agli obiettivi intermedi fissati nello strumento di pianificazione finanziaria.
L’ineludibile rispetto dei numeri, a prescindere
L’esercizio di un dovere quest’ultimo che, stante anche alla recente Sentenza delle Sezioni riunite n. 2/2020, riferibile alla Città metropolitana di Reggio Calabria, costituisce un elemento essenziale di certificazione del rispetto delle regole che disciplinano, per l’appunto, il buon esito ma anche, nel mentre, il buon andamento del predissesto. Ciò a tal punto da imporre, in caso di constatato mancato raggiungimento del riequilibrio così come degli obiettivi intermedi previsti nel piano, l’applicazione dell’art. 6, comma 2, del d.lgs. 149/2011, comportante la dichiarazione di dissesto da parte dell’ente interessato, gravemente sanzionata in difetto reiterato, sino ad arrivare allo scioglimento del Consiglio comunale.
Occorre una «dilazione» degli obblighi promessi
Ebbene a fronte di una tale rigida regolazione, ben rappresentata nella motivazione della anzidetta sentenza (2/2020) delle Sezioni Riunite, in speciale composizione, messa in relazione con la situazione in atto, determinata dall’epidemia da Coronavirus, si registra una naturale sopravvenuta e contingente indisponibilità finanziaria di ampi ceti produttivi della popolazione. Occorrerebbe, pertanto, un intervento del Governo, da perfezionarsi con provvedimento contingibile ed urgente, che concedesse una moratoria agli enti locali, che abbiano in corso un tale genere di procedura di riequilibrio, del rispetto degli obiettivi intermedi convenuti. Ciò in quanto le particolari misure contenitive stabilite, in una alla impossibilità di esercizio lavorativo della quasi totalità delle tipologie di lavoro autonomo (ma anche dipendente di quelle aziende in forte sofferenza di fatturato!), non consentono a tutti i cittadini obbligati ai versamenti dei tributi/tariffe dovuti ai loro Comuni/Città metropolitane, di ottemperare al loro dovere di pagamento, con conseguente e irrimediabile aridità della cassa dei medesimi.
*Docente Unical

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