COSENZA Il SerD (Servizio Dipendenze) di Cosenza ha in carico 700 utenti, 400 dei quali frequentano con cadenza quotidiana gli ambulatori di via Fiume. Il direttore facente funzioni, Roberto Calabria, spiega che per contenere i rischi di contagio, pur mantenendo tutti i servizi, sono stati limitati gli accessi. «Essendo un servizio ad altissima utenza – afferma Calabria in un’intervista all’Adnkronos – oggi abbiamo provveduto ad una disinfezione totale dell’intero stabile. Stiamo erogando le terapie con qualche giorno in più di affido (di metadone e similari), abbiamo aumentato le consulenze telefoniche. L’utenza risponde bene. Da noi è stato registrato solo un caso sospetto di Covid-19, ma il tampone era negativo. Da novembre abbiamo attivato una campagna vaccinale perché i nostri assistiti hanno problemi di immunodepressione causati dall’uso di sostanze stupefacenti. È una pratica che attiviamo ogni anno per contenere l’influenza».
«Per quanto riguarda i presidi di protezione – lamenta il dottor Calabria – ci sono stati forniti solo guanti e disinfettanti dopo molte pressioni. Le mascherine le abbiamo comprate noi medici, ognuno ha provveduto da sé. Purtroppo come Asp Cosenza abbiamo il problema dei referenti, il nuovo commissario straordinario mi hanno riferito che è una persona disponibile, però avendo altri incarichi, viene raramente a Cosenza e non ha nominato un direttore sanitario. È quindi difficile trovare interlocutori. C’era una task force sulla prevenzione Coronavirus, di fatto, è rimasta negli enunciati, nell’ordine delle idee, perché non ha distribuito materiali. In più la circolare della presidenza della Regione Calabria aveva sancito la chiusura degli ambulatori, ma non possiamo chiudere, dobbiamo garantire l’assistenza, dare risposte per evitare di intasare il Pronto Soccorso».
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