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Coronavirus, Santelli: «Lavoriamo per essere preparati in caso di emergenza»

La presidente della giunta regione a Omnibus: «Dopo l’ultimo decreto ho visto cambiare le abitudini di tutti. L’Italia deve restare in modo, ma va garantita la sicurezza di chi lavora. Molti ci han…

Pubblicato il: 14/03/2020 – 9:15
Coronavirus, Santelli: «Lavoriamo per essere preparati in caso di emergenza»

CATANZARO «Dopo l’ultimo provvedimento ho visto un cambio notevole nelle abitudini di tutti. Deve funzionare la prevenzione. Fa tenerezza vedere i bambini che seguono le prescrizioni. Venerdì sera sono tornata a Cosenza e la gente che era in giro era tutta con le mascherine. Un po’ di giorni di sacrificio penso riescano a tutelarci da qualcosa di peggiore». Jole Santelli, presidente della Regione, parla a Omnibus e sottolinea il comportamento responsabile notato in Calabria al suo rientro. I controlli e le sanzioni negli ultimi giorni sono stati tanti, ma molti calabresi si adeguano alle disposizioni del governo.
Santelli apprezza l’«appuntamento giornaliero di confronto tra Governo e articolazioni territoriali. Non sempre la discussione è tranquilla, ma aiuta tutti a sentirsi meno soli. È importante che ci sia questo confronto, questa possibilità di raccontare i nostri problemi».
Uno dei problemi è quello di bilanciare emergenza sanitaria ed emergenza sociale. «Manteniamo l’Italia in moto – chiede Santelli –. Deve camminare, ma con le dovute precauzioni. La cosa più importante è recuperare i presìdi per tutelare il lavoro. Dopo che il governo ha detto: “Mascherine gratis per chi deve lavorare”, molti uffici hanno iniziato a chiamare in Regione per avere questi equipaggiamenti, che non abbiamo». La presidente chiede uno sforzo di unità: «Dobbiamo essere tutti uniti, in accordo con l’Europa, perché dobbiamo poter usare anche i fondi europei anche per aiutare dopo le nostre imprese. L’Europa dovrebbe allargare il termine “aiuto di stato” per consentirci di accedere a questi fondi».
Uno dei nodi dell’emergenza (forse il principale) è l’ospedalizzazione dei casi di contagio più a rischio. «Abbiamo avuto note dal Ministero della Salute che ci chiede di comunicare i posti disponibili – continua la presidenza –. Io ho 100 posti di terapia intensiva, e la preoccupazione è avere un numero base per avere una tranquillità in caso di emergenza. Stiamo cercando di spostare i reparti anche per recuperare posti. Stiamo lavorando solo su questo, tutti all’unisono, per un piano di emergenza graduale che ci possa consentire di non trovarci impreparati in caso di emergenza».

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