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Coronavirus, lavoratori dell’Avr senza protezioni. «Noi umiliati e offesi»

La protesta dei sindacati. «Ai dipendenti è stata fornita una sola mascherina a tempo indefinito. E davanti alle lamentele sono stati minacciati di sospensione dal servizio. Il loro è un lavoro a r…

Pubblicato il: 15/03/2020 – 14:19
Coronavirus, lavoratori dell’Avr senza protezioni. «Noi umiliati e offesi»

REGGIO CALABRIA Operatori sanitari, farmacisti, trasportatori, lavoratori dei supermercati. E anche i lavoratori che si occupano di mantenere pulite le nostre città semideserte al tempo del Coronavirus. E non sempre con strumenti adeguati a loro disposizione. Cgil, Cisl, Uil e Fiadel segnalano il caso dei dipendenti dell’Avr di Reggio Calabria, già in difficoltà per gli stipendi arretrati e ancor più in crisi per la mancanza di protezioni dal virus.
«Dalla vostra confortevole poltrona – scrivono i sindacati, che definiscono questi lavoratori “umiliati e offesi” –, pensate ad un padre di famiglia, magari ultracinquantenne, che va a svolgere, di notte, il proprio servizio, già con un grado di apprensione notevole per ciò che potrebbe prendersi o, peggio, che potrebbe riportare a casa, che chiede all’ azienda per la quale lavora gli strumenti necessari a svolgere il proprio lavoro in una condizione decente di sicurezza e che si vede rispondere che la singola mascherina monouso, consegnatagli nei giorni precedenti doveva bastargli per un periodo di tempo indefinito, che i guanti monouso non sono disponibili e che i mezzi per la raccolta, vecchi, inefficienti e sporchi, pur non essendo stati sanificati, risultano idonei per lo svolgimento del servizio».
Risposte inaccettabili, per i sindacati. I responsabili avrebbero risposto «che mascherine e guanti non erano più disponibili, che bisognava arrangiarsi con ciò che si aveva, oppure non indossarne, e che chi non era d’accordo e chiedeva solo di veder tutelati i propri diritti di uomo prima che di lavoratore, era libero di spogliarsi della divisa infilarla in una busta e andare via con tanto di garanzia di sospensione dal servizio per almeno 20 giorni».
Inevitabili trambusto, urla e tensione «sino all’arrivo della polizia alla quale gli stessi lavoratori chiedevano di poter sporgere denuncia per quanto accaduto».
«Certo – spiegano ancora i sindacati – qualcuno sarà sempre pronto ad addurre le solite scusanti quali “l’elevato numero di assenze dei lavoratori in questo periodo”, oppure “non si possono consentire episodi di ammutinamento….”. A costoro rispondiamo dicendo che è semplice pontificare o sputare sentenze dalla tastiera di un pc, magari all’interno di un ufficio igienizzato con cospicue quantità di amuchina, altra cosa è continuare a prestare il proprio lavoro anche senza avere i fondi per poter far scorta di generi alimentari come chiunque altro, o, ancora, raccogliere quintali di rifiuti senza guanti o mascherine, anche da terra e travasarli su camion più grandi, liberando una volta di più tutti i miasmi velenosi tra i quali puoi solo sperare che non si nasconda il Covid 19».
Com’è finita? «Con i lavoratori “ammutinati” che hanno risposto una volta di più “presente” ed hanno svolto regolarmente il loro turno, provvedendo, con tutti i loro limiti, a tentare di rendere più pulita la nostra città. Pensateci quando raccoglierete i vostri mastelli vuoti e non infierite su questi lavoratori se qualche zona non è stata coperta, la responsabilità va ricercata altrove».

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