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«Il virus non aspetta la burocrazia. Fare presto con le assunzioni dei medici»

Parla Pasquale Veneziano, presidente dell’Ordine di Reggio Calabria. «È una lotta contro il tempo. Il bando scade il 19 marzo, ma dieci giorni potrebbero essere troppi. Serve un coordinamento unico…

Pubblicato il: 15/03/2020 – 13:26
«Il virus non aspetta la burocrazia. Fare presto con le assunzioni dei medici»

di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA Un coordinamento unico di tutti i (pochi) posti di terapia intensiva in Calabria, per ottimizzare le risorse. È quanto propone il presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano, raggiunto telefonicamente dal Corriere della Calabria.
Veneziano rappresenta i circa 3500 medici in servizio effettivo impegnati a sostenere l’onda d’urto di un contagio che, si spera, al Sud rimanga di dimensioni inferiori rispetto alla Lombardia. Il paragone non regge con la regione con la migliore sanità del Paese. Nella punta dello Stivale ci si prepara, ma il monito di Veneziano è «fare presto».
MEDICI IN TRAGHETTO GRATIS Sicuramente faranno prima a traversare lo Stretto i medici che vivono e lavorano sulle due sponde, grazie a un nuovo accordo siglato due giorni fa tra gli Ordini dei Medici di Messina e Reggio Calabria con Bluferries e con Meridiano Lines per il traghettamento gratuito per medici senza necessità di scendere dall’auto. Si tratta di un’iniziativa dei presidenti degli Ordini provinciali dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Messina e Reggio Calabria che, al fine di evitare ulteriori rischi di contagio a carico dei propri iscritti e, conseguentemente, di riflesso nei confronti dell’intera collettività, hanno sollecitato medici e odontoiatri delle due province a non transitare da una costa all’altra se non tramite la propria autovettura, con espressa indicazione di trattenersi nel veicolo durante la traversata. Ciò significava però traghettare con l’auto, anziché con l’aliscafo, con un aggravio dei costi dei viaggi. Le due società di navigazione hanno risposto all’appello dei due Ordini, e consce del ruolo fondamentale che la categoria medica sta fornendo in questo particolare momento di emergenza hanno quindi concesso in via straordinaria ai camici bianchi di attraversare lo Stretto in auto a costo zero. Un risultato di cui Veneziano è ovviamente soddisfatto: «Lo abbiamo fatto soprattutto per dare la possibilità a tutti quelli che lavorano venendo da Messina e viceversa di non essere obbligati a fare il biglietto e scendere dall’automobile durante la navigazione, come disposto normalmente. Non pagano nulla».
LIMITARE IL CONTAGIO Se l’imperativo è limitare il contagio tra medici e infermieri, che devono necessariamente restare sani per curare i malati, sono indispensabili le mascherine per gli operatori sanitari, ma anche quelle scarseggiano. «Sono arrivate le mascherine per i medici di medicina generale, da ieri mattina è iniziata la distribuzione. Quattro giorni fa su sollecitazione del segretario Fimmg, Bruno Cristiano, avevo parlato delle difficoltà con il direttore sanitario dell’Asp, Antonio Bray, si è impegnato a reperirne almeno duemila».
COMPORTAMENTI RESPONSABILI Per limitare il contagio tra la popolazione, invece, basta restare sul divano di casa. «I cittadini stanno rispondendo bene. Bisogna avere un senso di responsabilità personale, prima di tutto quelli che arrivano dal Nord, che segnalino al proprio medico curante l’arrivo in Calabria, lui a sua volta farà la segnalazione al Dipartimento di prevenzione. È fondamentale in questa fase. Se ognuno di noi è cosciente del rischio che corriamo tutti quanti e sta in casa ed evita che ci sia una diffusione del virus, possiamo vincere, ma se questo senso di responsabilità non c’è perché ognuno pensa che può capitare agli altri ma a noi no, non ci riusciremo. Finora siamo fortunati perché sta arrivando più tardi, abbiamo avuto più tempo per prepararci».
UNA LOTTA CONTRO IL TEMPO Il fuso orario è lo stesso in tutta Italia, ma in Calabria il tempo scorre più lentamente, non possiamo permettercelo. «Adesso è il momento di ottimizzare tutto il tempo che ci resta. Non so se si è già provveduto all’acquisto di ventilatori polmonari per aumentare i posti di terapia intensiva, ma soprattutto quando pensano di assumere medici e infermieri? Non ci si improvvisa dalla mattina alla sera anestesisti, sono medici altamente specializzati che non si trovano facilmente. Bisogna farlo immediatamente». Stesso problema, con le dovute differenze, per gli infermieri del reparto di rianimazione.
ACCELERARE LE ASSUNZIONI La Regione Calabria ha emanato un avviso pubblico “per la manifestazione d’interesse finalizzata ad acquisire la disponibilità di medici specialisti, medici specializzandi e medici laureati a prestare attività clinico-assistenziale” ma Veneziano non è affatto soddisfatto: «Il bando scade il 19 marzo, non si può aspettare. C’è la decisione di fare e il fare, quello che è importante è il fare, perché se si decide e si fa fra 10 giorni siamo già in grande ritardo. Bisognava averlo già fatto».
TERAPIA INTENSIVA Il vero incubo, però, è per i numeri dei posti di terapia intensiva. «La grande preoccupazione che abbiamo noi – afferma Veneziano – non è per il numero dei contagi, quello che preoccupa sono i posti di terapia intensiva che in tutta la Calabria sono pochissimi, 114, e già oggi mi pare di capire che ci siano già 5 persone in terapia negli ultimi 3 giorni. Bisognerebbe fare un coordinamento regionale tra tutti i posti di terapia intensiva in modo che ci sia una sola persona che li gestisca in rete. Se il numero di pazienti è maggiore del numero di posti si creerà il problema di scegliere chi intubare».
GRAZIE AI COLLEGHI Il presidente dell’Ordine dei Medici rivolge un ringraziamento «a tutti i nostri colleghi e personale infermieristico che in tutta la Calabria, per la verità in tutta Italia, si sta sacrificando, tante volte rimettendoci anche personalmente, infatti ci sono colleghi e infermieri deceduti. Il mio carissimo amico Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, col quale abbiamo fatto un convegno di biomedicina a Reggio Calabria, certamente è morto per coronavirus a 67 anni. Ricordiamo il sacrificio che i sanitari stanno facendo in questo momento, perché noi siamo stati sempre attaccati, minacciati e malmenati. Ora il personale sanitario è considerato eroico, spero che questa stessa opinione rimanga anche quando sarà superato lo stato d’emergenza». (redazione@corrierecal.it)

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