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«Cosa farà la Calabria per aiutare le imprese?»

di Antonio Viscomi*

Pubblicato il: 16/03/2020 – 19:33
«Cosa farà la Calabria per aiutare le imprese?»

C’è un tempo per ogni cosa. E ogni cosa ha il suo tempo. Questo è il tempo per ricordare che dentro l’emergenza sanitaria esiste un’emergenza diversa ma non meno grave. La chiamiamo economica, ma solo per comodità espressiva, perché in verità siamo di fronte ad una emergenza professionale che diventa #immediatamente incertezza personale, familiare, sociale. Se il virus e la possibilità di contagio fa paura, il pensiero del futuro sta generando angoscia profonda: per rendersene conto è sufficiente parlare con i liberi professionisti, più o meno giovani, con il vasto e vario popolo delle partite IVA, con i collaboratori, con i dipendenti delle piccole imprese, con gli artigiani, con chi conduce esercizi di prossimità, con i piccoli imprenditori. Cioè con tutti quei mondi che ideologie profondamente sbagliate hanno sempre messo (e continuano ancora oggi a mettere) ai margini del sistema delle tutele pubbliche, economiche e normative.
Io credo invece che proprio a loro bisogna rivolgere in questo momento adeguata attenzione. Più e meglio di quanto si stia facendo ora. E bisogna farlo ascoltando le loro specifiche esigenze, con il rispetto e la dignità che merita chi porta avanti il peso di sistema economico fragile, come quello calabrese, trovando spesso nell’azione pubblica più un ostacolo che un sostegno. E su questo fronte molto possono fare e stanno già facendo alcune regioni, immettendo velocemente significative risorse nel sistema economico.
Indico qui qualcuna di queste, ma è facile trovarle tutte sul web (pubblico giù il link ad uno di questa). Il Lazio ha appena promosso un bando per 2M€ per sostenere imprese e partite IVA per attrezzarsi con strumenti idonei al lavorare in smart-working. Anche la Lombardia ha pubblicato un bando per sostenere l’adozione di piani aziendali di smart-working per un importo di 4,5M€. La Liguria ha adottato un pacchetto di 7,2M€ per operare con un Fondo di garanzia per le PMI (nei settori turismo, commercio e artigianato) e con tre Fondi rotativi dedicati (per il commercio ambulante, per la cultura e per lo sport). EmiliaRomagna ha attivato Consorzi fidi e banche con un intervento di 10M€ destinato a sostenere accesso al credito a zero interessi ed a generare investimenti per almeno 100M€. E altre esperienze potrei ora ricordare. Ma non vale la pena farlo.
E’ invece importante avere chiare almeno due linee tendenziali di intervento: in situazione di crisi di liquidità, il pubblico ha il dovere di assicurare l’ambiente ottimale per attivare l’erogazione del credito e questo può essere fatto rafforzando il sistema delle garanzie; in secondo luogo, in situazioni di crisi è necessario sostenere la domanda di innovazione tecnologica ed organizzativa: dopo la competizione, per chi resta in piedi, sarà ancora più dura e per questo è bene attrezzarsi fin da subito, trasformando, come si dice, la crisi in opportunità. Questa è la situazione.
E la Calabria? Siamo in attesa, anche della giunta e della prima riunione del Consiglio regionale; ma forse per questo potrà utilmente far tesoro delle iniziative delle altre regioni, adeguandole alle specificità regionali.
Ma una cosa deve essere chiara: fare tutto ciò che è necessario – whateverittakes, come ormai usa dire – è un dovere per tutti, a tutti i livelli, a Roma come a Catanzaro. Non c’è da attendere. E’ necessario agire. Ora. Con competenza, con idee chiare, con uno sguardo lungo, ma è necessario farlo ora. Perché ogni ritardo produce danni difficili da recuperare nel sistema delle piccole imprese, degli esercizi di prossimità e nei molti mondi della partita IVA.

*deputato Pd

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