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Coronavirus, com'è nato il contagio nella "Codogno di Calabria"

Paese e frazioni cinturate a Montebello Jonico, la serie di casi partita forse dal Comune. «Ormai è un focolaio ma l’intervento per mettere in quarantena l’area è stato tempestivo»

Pubblicato il: 17/03/2020 – 17:14
Coronavirus, com'è nato il contagio nella "Codogno di Calabria"

REGGIO CALABRIA La Prefettura di Reggio Calabria sta adottando tutti i necessari provvedimenti per cinturare ogni via di accesso a Montebello Jonico e le sue frazioni Saline Joniche, Fossato e Masella, la contrada nella quale risiedeva l’ex dipendente comunale Domenico Crea deceduto per le complicazioni da Coronavirus (qui la notizia della quarantena imposta al centro del Reggino).
La sede del Comune della fascia jonica reggina, che fonti vicine alla Prefettura definiscono «la Codogno della Calabria», è in collina, a quasi cinquecento metri sul mare. Vi si arriva dalla statale 106 jonica dopo decine di secchi tornanti a picco sul torrente “Vena”. «È partito tutto da lì purtroppo», racconta all’Ansa una delle persone impegnate nell’organizzazione del blocco della mobilità, «da quando un commerciante ed autotrasportatore di animali proveniente dall’Emilia Romagna, si è recato negli uffici comunali per una pratica amministrativa. Stiamo parlando delle prime giornate di marzo, quando ancora non era piena la consapevolezza di cosa potesse accadere, ed è drammaticamente accaduto, prima con il ricovero in terapia intensiva al Grande ospedale Metropolitano di Reggio Calabria del paziente zero, poi con la scomparsa di Domenico Crea, e successivamente con la contaminazione del sindaco Ugo Suraci, ed altri casi sono ormai conclamati, a partire da quanti hanno avuto accesso agli uffici dell’ente a Montebello Jonico, anche residenti in altre contrade».
Non si fanno ipotesi sui tempi ma la prontezza dei mezzi di intervento per scongiurare l’ampliamento del contagio, spiegano, è stata rapida e affidata alle forze dell’ordine ed alla Protezione civile. «A Montebello Jonico è necessario – si aggiunge – spegnere nel più breve tempo possibile quello che appare ormai un inequivocabile focolaio. Non vi è dubbio che bisogna anche approntare altrettanto efficacemente, come a Codogno, ogni azione capace di alleviare i disagi, soprattutto degli anziani e di affetti da patologie extra Covid-19, assicurando l’ordinaria fornitura di farmaci e di generi alimentari aiutando così la popolazione a rimanere in casa fino all’esclusione di ogni dubbio di ulteriori contagi. E tempo ce ne vorrà».

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