«L’emergenza Coronavirus che sta mettendo in seria difficoltà alcune regioni del Nord, per il momento sembra essere più contenuta in Calabria. Tuttavia, un eventuale incremento dei contagi sarebbe un terrificante colpo che metterebbe in ginocchio il già debilitato servizio sanitario calabrese». Lo sostiene il sindacato Csa-Cisl. «È inutile nasconderselo: si avvertono oggettive difficoltà organizzative e gestionali, derivanti dalle errate politiche degli anni precedenti. Stanno venendo fuori le criticità nell’attrezzare adeguatamente i presidi ospedalieri e ad attivare posti letto aggiuntivo di Terapia Intensiva. Ma – sostiene Csa-Cisal – a dover affrontare il Covid-19, non c’è soltanto il sistema sanitario calabrese, ma anche la Protezione civile regionale. E se il primo non sta bene, non si può dire che stia meglio la Prociv. È da almeno tre anni che il sindacato Csa-Cisal pubblicamente denuncia, oltre ad averle sottoposto agli organi amministrativi competenti, le criticità e le anomalie di un settore delicato e quanto mai strategico quale quello della Uoa Protezione civile regionale. Al netto dei proclami del recente passato, la Prociv calabrese è stata colpevolmente trascurata sia in termini di organizzazione strutturale, determinante per garantirne una pronta e reattiva operatività, e sia di potenziamento di risorse umane e strumentali per occuparsi di un territorio fragile come quello della Calabria. Ai posteri è rimasta la sentenza che qualcuno ha pensato la Protezione Civile come ad un trampolino di lancio per fare altro. Sono rimaste le lacune amministrative e gestionali». Secondo Csa-Cisal «adesso vengono a galla tutti i problemi. A partire dalla figura del responsabile. Ormai da circa un anno e mezzo la guida è stata affidata ad interim ad un direttore generale che è titolare di un altro dipartimento. L’incarico ad interim doveva essere una soluzione semplicemente temporanea prima di arrivare all’individuazione di una nuova guida più stabile. C’è stato quindi un lungo vuoto nella catena di comando. Inoltre – prosegue il sindacato Csa Cisal –, si è consumata una diaspora di valenti figure che si è tradotta in una grave carenza di personale qualificato. Basti pensare che più di 10 funzionari regionali di ruolo, ingegneri e geologi, con pluriennale esperienza nelle gestioni emergenziali, nel 2017 e 2018 hanno chiesto di essere trasferiti e si sono spostati in altri dipartimenti per mobilità interna. Una fuga dovuta ad anomalie su alcuni appalti, alla mancata definizione delle procedure in emergenza e di tanto altro ancora. I professionisti seri hanno preferito allontanarsi da quel marasma. Le difficoltà a raccogliere i cocci dopo le precedenti mani erano già elevate in condizioni normali, fugarsi adesso che c’è da contenere una pandemia così aggressiva». A parere del Csa-Cisal «l’emergenza Covid-19 ha già messo a nudo i deficit strutturali non solo della sanità calabrese, ma presto sarà messa alla corda anche la tenuta della Prociv. Stiamo affrontando una crisi che non si annuncia per nulla breve ed avremmo bisogno di tutte le nostre migliori forze in campo e di una riorganizzazione del settore che possa consentire l’ottimizzazione delle risorse umane e strumentali nell’esclusivo interesse della salute e sicurezza dei cittadini calabresi. Capiamo la criticità del momento e le questioni urgenti e drammatiche che escono fuori ogni giorno, ma a questo punto è necessario più che mai mettere mano alla Protezione civile. Non possiamo che rivolgerci al presidente, onorevole Santelli, affinché intervenga al più presto. Le indicazioni – afferma il sindacato – ci sono già: nominare con regolari procedure il nuovo responsabile della Protezione civile e rafforzare con adeguate professionalità l’organico. Il governatore, che non ha alcuna responsabilità del passato, deve dare impulso a rafforzare i settori che gestiscono l’emergenza, ma a maggior ragione deve puntare su una rivitalizzazione dell’Uoa Prociv. Prima che sia troppo tardi è meglio prevenire e soprattutto scegliere le persone giuste nei posti più delicati. In questi momenti difficili, più che mai serve lucidità e responsabilità». Infine, il sindacato CSA-Cisal intende «esprimere un profondo grazie agli operatori (della sanità e della Protezione civile) che sul campo ed in prima linea stanno agendo, rischiando la loro incolumità, per salvare vite umane».
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