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«Il consiglio regionale si deve fare. Non possiamo scappare di fronte al pericolo»

Giuseppe Aieta non apprezza il tentativo di rinviare nuovamente la prima seduta della legislatura. «Dobbiamo aprire il dibattito sui provvedimenti assunti per l’emergenza Coronavirus e sui problemi…

Pubblicato il: 17/03/2020 – 10:41
«Il consiglio regionale si deve fare. Non possiamo scappare di fronte al pericolo»

COSENZA «L’ulteriore tentativo di sconvocare il consiglio regionale a 50 giorni dal suo rinnovo desta non poche perplessità. L’emergenza che il Paese sta vivendo e che la Calabria sta cominciando a sperimentare con l’aumento dei contagi, impone un atto di responsabilità al fine di evitare che il buon senso – di manzoniana memoria – prevalga su quel senso comune che identifica il consiglio regionale come il luogo della paura che non sa dare una rotta ai calabresi». Giuseppe Aieta, consigliere regionale di opposizione, non apprezza l’iniziativa di un gruppo di colleghi che vorrebbero rimandare l’esordio della legislatura (ve ne abbiamo parlato qui).
«Essere rappresentanti del popolo e classe dirigente – scrive Aieta sul proprio profilo Facebook – significa non dimenticare mai le conseguenze dei propri atti, perché l’atto che non tiene conto delle sue conseguenze è un atto che non contempla la responsabilità.
È ovvio che il consiglio regionale debba tenersi ma è altrettanto ovvio che non dovrà limitarsi solo ad esperire pratiche burocratiche come l’elezione dell’ufficio di presidenza. Dovrà, invece, essere l’occasione per aprire il dibattito sui provvedimenti assunti e che si dovranno assumere relativamente all’emergenza sanitaria che già è esplosa nei nostri ospedali».
L’aula del consiglio regionale della Calabria, continua il consigliere, «è stata realizzata per 200 posti a sedere dei quali 94 per presidenza, giunta e consiglieri. Tenuto conto che si svolgerebbe a porte chiuse ma con diretta streaming, ciò significherebbe poter garantire il distanziamento e quindi la totale sicurezza. Dare l’idea di scappare di fronte al pericolo senza preoccuparsi di condurre la nave in un porto sicuro evoca figure che nell’immaginario collettivo ricordano i tragici eventi dell’isola del Giglio».

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