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La ricetta di Abramo: «Rimodulare i fondi europei per salvare la Calabria»

Il presidente di Upi Calabria: «C’è il rischio che le misure pensate dal governo finiscano per “sacrificare” il Sud. Pronti a dare il nostro contributo di idee»

Pubblicato il: 18/03/2020 – 16:23
La ricetta di Abramo: «Rimodulare i fondi europei per salvare la Calabria»

di Maria Rita Galati
CATANZARO
Bisogna fare presto. Per salvare il Paese dall’emergenza sanitaria ed economica «bisognerà attrezzarsi con misure che abbiano anche ricadute locali, c’è la necessità di azioni specifiche nella regione che vadano ad integrare i provvedimenti del Governo nazionale. I Comuni e le Province calabresi vogliono essere attori protagonisti di questo processo ponendosi a supporto della Regione Calabria». Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, nella veste di presidente della Provincia, e quindi di Upi Calabria, parla alla comunità attraverso i principali canali social dalla Sala Giunta di Palazzo di Vetro, affiancato da dal vicepresidente vicario dell’Anci, Francesco Candia, e dal responsabile dello “Sportello Europa” della Provincia di Catanzaro, Antonio De Marco, per illustrare la propria ricetta economica di un post emergenza che si preannuncia drammatico. Tra le ipotesi formulate per venire in soccorso delle piccole e medie imprese che rappresentano le componenti principali del tessuto sociale ed economico del Paese, e quindi le vittime predestinate del lockdown una rimodulazione del Por e del Pac per far fronte alla crisi del sistema delle imprese calabresi.
SERVONO AZIONI SPECIFICHE «È necessario che la Regione Calabria pianifichi una strategia di azioni specifiche, parallela e integrata a quella nazionale, che metta in campo risorse significative – afferma Abramo in videoconferenza -. Il decreto del governo penalizzerà il Sud e la Calabria a causa dell’incidenza della maggiore emergenza sanitaria al Nord e del numero delle imprese possibili beneficiarie in proporzione, visto che le imprese in Lombardia sono 955.000 rispetto alle 109.000 della Calabria. In particolare – ha aggiunto il presidente dell’Upi Calabria – se nella nostra regione possono essere interessate ai provvedimenti tampone per 50.000 imprese, a livello nazionale le Pmi sono circa due milioni, con circa 10 milioni di lavoratori a rischio di interruzione del rapporto o di licenziamento: prevedendo per il credito di imposta un fabbisogno di circa 3,5 miliardi, e per la Cig un fabbisogno di circa 25 miliardi, ne deriva  – ha sostenuto Abramo – che solo questi due interventi consumerebbero più della dotazione complessiva del decreto. Quindi l’applicazione delle misure non potrà essere estesa a tutto il territorio nazionale e il Sud e la Calabria saranno sacrificate». Da qui la proposta di Abramo, indirizzata al presidente della Regione, Jole Santelli, di «pianificare una strategia di azioni specifiche, parallela e integrata a quella nazionale, che metta in campo risorse significative degli strumenti oggi a disposizione della Regione sulla programmazione integrata 2014/2020 in fase conclusiva, e cioè Por, Pac-Fsc e Risorse Liberate».
LA PROPOSTA DI UN TAVOLO TECNICO «Come Upi e come Anci condividiamo l’idea della Santelli di una rimodulazione e riprogrammazione urgente degli strumenti, visto che il Por  presenta un livello di spesa solo del 27% (634 milioni su una dotazione complessiva di 2,378 miliardi) e la disponibilità non utilizzata del Pac è pari quasi al 50% delle risorse», ha detto ancora il presidente di Upi Calabria sollecitando la definizione di un «tavolo tecnico di lavoro, condiviso tra Regione, enti locali e partenariato sociale, e condividendola immediatamente con l’Unione europea». La rimodulazione delle risorse comunitarie – ha poi specificato Abramo – «dovrà prevedere interventi per la ripresa di competitività delle piccole  e medie imprese, da finanziare con il Fondo europeo di sviluppo regionale, come il credito d’imposta o il rimborso di costi susseguenti all’emergenza, e interventi per il mantenimento dei livelli occupazionali dei lavoratori delle imprese, da finanziare con il Fondo sociale europeo, come il rimborso della Cassa integrazioni o sostegni al reddito aziendale per le interruzioni di servizio». Abramo ha poi chiesto alla presidente Santelli di «convocare anche l’Unione delle province e l’Anci Calabria nella task force dell’economia regionale varata per affrontare l’emergenza Coronavirus, perché il contributo degli enti locali calabresi è fondamentale. C’è la necessità – ha concluso il presidente dell’Upi – di fare presto, non si può più aspettare oltre».
«Ovviamente l’ipotesi di una rimodulazione del POR e del PAC per far fronte alla crisi del sistema delle imprese calabresi, dovrà tenere presenti due elementi di natura tecnica – ha spiegato De Marco – prima di tutto della necessaria rimodulazione delle Azioni 3.3.1 Sostegno al riposizionamento competitivo delle Imprese e/o 3.1.1. Aiuti per processi di riorganizzazione e rafforzamento aziendale delle Pmi, dell’Asse 3 del Por e del Pac, al fine di adeguare l’ammissibilità della spesa di aiuti alle Imprese per gli interventi proposti, e allargando i codici Ateco di ammissibilità al fine di comprendere integralmente il commercio ed i servizi. E, quindi, dell’integrazione delle azioni da prevedere su Por e Pac rispetto a quelle previste sul D.L. “Covid Ter” del 16/3/2020».

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