CATANZARO L’amicizia può tutto. E probabilmente all’amicizia ha dovuto far ricorso Matteo Salvini per districarsi tra le faide della Lega calabrese per trovare l’assessore da piazzare nella Giunta Santelli: alla fine, con l’accordo con la governatrice, l’assessore salviniano sarà Nino Spirlì, di Taurianova, scrittore, attore, regista, autore di format tv, editorialista, storicamente di destra, personaggio in generale molto eccentrico e controverso. Avrà, Spirlì, le deleghe alla Cultura, alla Legalità e all’Artigianato, deleghe molto diverse e molto meno pesanti di quelle che lo stesso Salvini e la Lega calabro-lombarda avevano immaginato per “rivoluzionare” la Calabria (agricoltura e turismo, si ricorderà). In compenso, secondo l’intesa con la Santelli alla quale il designato sta assolutamente bene, Spirlì dovrebbe essere il vicepresidente della Giunta.
Il suo nome, comunque, è chiaramente una potente “sberla” che Salvini ha voluto rifilare alla Lega calabrese, con una scelta che suona come una clamorosa sconfitta per i “colonnelli” leghisti della regione, capaci di produrre in queste settimane solo risse da “lavandaie” e colpi bassissimi che hanno finito con l’alimentare una stucchevole impasse mentre l’emergenza Coronavirus ha iniziato a galoppare anche in Calabria. Su tutti loro è così calata la punizione di Salvini, che ha scelto Spirlì mettendo da parte e non a caso anche totem finora intoccabili: Spirlì, infatti, è dichiaratamente omosessuale («a tempo perso», si auto-definisce su twitter). E su Spirlì, «cattolico praticante» sempre da auto-definizione su twitter, non smentisce la sua eccentricità, commentando l’ingresso nella giunta regionale, dove siederà, tra gli altri, insieme all’astrofisica Sanda Savaglio e “Capitano Ultimo”: «Invoco la Benedizione del Signore e mi affido alle amorevoli cure della Santa Vergine Immacolata. E – scrive Spirlì – mi impegno a svolgere il mio compito nell’unico interesse della mia Gente. Accompagnatemi solo con le Vostre preghiere. Grazie. Dio Vi voglia bene». (c.ant.)
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