di Antonio Cantisani
La Giunta e il capo gabinetto. Nel giro di poche ore Jole Santelli “blinda” il decimo piano della Cittadella, completando la squadra di governo e poi designando il suo collaboratore più strategico, più stretto e più fidato. La governatrice infatti ha nominato come suo capo gabinetto Luciano Vigna, per il quale in pratica arriva, in poche settimane, una sorta di promozione, visto che solo un mesetto fa Vigna era stato nominato dalla Santelli responsabile amministrativo della sua struttura speciale. Indiscutibile, e peraltro pubblicamente conclamata, la vicinanza di Vigna alla neo presidente della Regione e al centrodestra: nel suo recente curriculum, infatti, Vigna è stato assessore al Bilancio (e poi consulente per la stessa materia) del sindaco di Cosenza nella gestione Occhiuto, nella quale la Santelli ha occupato il ruolo di vicesindaco fino ad alcuni mesi fa, inoltre Vigna è ritenuto “politicamente” vicino a uno degli esponenti di spicco di Fratelli d’Italia, Fausto Orsomarso (neo assessore regionale). Negli ultimi giorni, in realtà, nei corridoi della Cittadella correva insistentemente la voce della nomina a capo gabinetto del presidente della Giunta regionale per Vigna, peraltro già operativo al fianco della Santelli fin subito dopo la sua precedente designazione nello staff presidenziale. All’indomani della sua elezione alla guida della Calabria, indiscrezioni riferivano dell’intenzione della Santelli di affidarsi, per il delicato ruolo di capo gabinetto, a un prefetto in pensione: adesso una scelta diversa, ricaduta comunque su una figura di collaudata fiducia. Nel decreto firmato dalla Santelli si specifica, secondo la formula di rito, che la nomina di Vigna, «esterno alla pubblica amministrazione», a capo gabinietto della presidnete della Regione «decorrerà dalla stipula del contratto di diritto privato che sarà sottoscritto presso il Dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane” e durerà fino alla cessazione della carica della presidente della Giunta regionale, che ne ha richiesto la nomina», o, eventualmente, durerà fino ad «anticipata risoluzione, revoca per sopravvenuta carenza dell’elemento fiduciario. sopravvenuta incompatibilità».
x
x