ROMA «Oltre agli interventi indispensabili al fine di garantire innanzitutto la salute dei cittadini, il Governo non si è occupato del sistema radiotelevisivo locale, che a costo di grandi sacrifici, sta svolgendo un ruolo informativo di prossimità irrinunciabile sui propri territori».
Lo afferma l’Associazione Tv locali di Confindustria Radio Televisioni, sottolineando l’importanza di un’attività professionale esercitata in una condizione di tante incertezze, perché di ora in ora gli inserzionisti (fonte di finanziamento essenziale dell’emittenza locale) disdicono i loro contratti pubblicitari poiché gli esercizi commerciali e gran parte delle piccole aziende sono chiuse. E se queste imprese utilizzano la cassa integrazione in deroga per non gravare sui bilanci, le emittenti locali non possono fare altrettanto, perché in questo momento buio devono restare al servizio dei cittadini, ed adempiere al loro obbligo e dovere civico di informare.
È evidente che se le emittenti radio Tv locali vogliono assicurare costante servizio e presenza sul territorio, non possono fare ricorso a sospensioni neppure parziali dell’attività, né agli ammortizzatori sociali; mai come ora il loro lavoro è servizio di pubblico interesse, è vicinanza alla gente, è comunicare con un’informazione tempestiva e verificata. L’utilità di tale servizio, mai come in questo momento, è infatti riconosciuta dagli stessi cittadini, prova ne è la sorprendente impennata degli indici di ascolto del comparto, anche dovuta all’eccezionale incremento del livello produttivo dei programmi informativi locali.
«La tenuta di questo importante servizio locale – afferma l’Associazione Tv locali di Confindustria Radio Televisioni – non può che essere, quindi, di interesse generale; senza più introiti pubblicitari e senza un efficace intervento di sostegno si condanna l’informazione radiotelevisiva locale all’estinzione».
Le emittenti locali costituiscono un servizio essenziale per i territori, che non può essere soffocato.
Al Governo Confindustria Radio Televisioni chiede «un immediato ripensamento, per mantenere aperta la voce di chi, per assicurare informazione di prossimità, non può chiudere né ricorrere agli ammortizzatori sociali. Tenere aperta la linea e la voce di chi è, in questo momento, in trincea e in prima linea nell’informazione di emergenza, è un dovere che non può non essere sostenuto anche per l’utilità pubblica e sociale che assicura». (giornalistitalia.it)
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