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«Personale sanitario troppo esposto al contagio»

di Luciana Giordano*

Pubblicato il: 20/03/2020 – 13:07
«Personale sanitario troppo esposto al contagio»

Potremmo dire “ve lo avevamo detto! Lo avevamo previsto e nessuno ci ha ascoltato e adesso rincorriamo rimedi e misure che si stentano ad attuare!”. Per anni abbiamo detto che il Sistema sanitario della Calabria andava riorganizzato, che bisognava assumere nuovo personale medico, infermieristico, tecnico, Oss, biologi, che tutta le rete territoriale e ospedaliera necessitava di una seria ed efficace messa a punto. E già dai primi segnali del propagarsi nelle Regioni del Nord Italia di questo contagio da Covid-19 avevamo chiesto di attivare una cabina di regia a livello regionale per prepararci ad affrontare l’eventuale emergenza che avrebbe potuto colpire anche il Sud Italia e quindi la nostra povera e disorganizzata Calabria. Ma si è scelto di non cogliere neanche questo disperato appello di inizio anno e si è andati dritti verso il baratro. Risultato è la corsa alla predisposizione dei posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva, malattie infettive, pneumologia e quant’altro e al reclutamento, in urgenza, della forza lavoro che ha il compito di fronteggiare, senza alcuna formazione e addestramento, questa calamità che sta mettendo a dura prova sistemi sanitari ben collaudati di altre parti del Paese.
Ed ecco che il personale sanitario viene impegnato in prima linea in condizioni organizzative non sempre idonee, vedi il caso della tenda pre-triage montata dalla Protezione civile fuori dal presidio ospedaliero di Lamezia Terme, e nella maggior parte dei casi senza le dovute strumentazioni e attrezzature per salvaguardarsi dal contagio. Non serve il riconoscimento del titolo di “eroi” a questi professionisti della sanità, servono piuttosto i presidi e i controlli necessari a proteggere innanzitutto la loro incolumità fisica. E’ necessario che agli stessi vengano riconosciuti i medesimi diritti di cui godono tutti gli altri lavoratori del Settore pubblico e privato anche sotto l’aspetto della sorveglianza sanitaria, che l’articolo 7 del Dl 9 marzo numero 14 ha voluto, inspiegabilmente, negare loro, prevedendo che i  medesimi operatori sospendano l’attività solo nel caso di sintomatologia respiratoria o esito  positivo per Covid-19.
Al riguardo, la Cisl Fp Calabria ha inviato questa mattina una nota al presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, al direttore generale del Dipartimento Salute, Antonio Belcastro, al commissario straordinario, Saverio Cotticelli e a tutti i commissari/direttori Generali delle Asp e delle Ao della Calabria chiedendo che agli operatori sanitari vengano effettuati almeno i “tamponi”, così come sta avvenendo in altre Regioni, a prescindere o meno dalla comparsa dei sintomi, fin dal momento in cui si è accertato di avere avuto contatti con casi risultati positivi al virus. Precauzione e profilassi che, tra l’altro, oltre a tutelare i dipendenti eviterebbe il propagarsi del contagio.
Sempre nella stessa nota la Cisl Funzione Pubblica Calabria ha ribadito che fondamentali per la tutela della salute degli operatori sanitari sono la disponibilità e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali che siano adeguati a gestire l’emergenza sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Con protezioni non a norma e insufficienti si mette a rischio non solo la salute stessa del personale sanitario ma anche quella della famiglia, degli altri lavoratori e dell’utenza che entra in contatto con detto personale. Inaccettabile è la distribuzione di mascherine certamente non a norma e non in grado di bloccare il passaggio di un virus così potente e letale, quale il covid-19. E ancora più inammissibile è il fatto che le forniture di mascherine regolarmente prenotate come da disposizioni ministeriali attraverso il sistema Consip dalle Ao e dalle Asp della Calabria  per fronteggiare in minima parte il fabbisogno siano state invece dirottate su altre Regioni! Per carità, certamente la situazione drammatica vissuta in alcune realtà del Nord Italia merita tutta l’attenzione ma gli operatori sanitari calabresi devono essere muniti dei dispositivi di protezione individuale per poter assolvere in sicurezza ai loro compiti. Anche detergenti per la cute, tute, guanti e occhiali risultano essere assolutamente insufficienti o addirittura mancano del tutto.
Queste solo alcune delle esigenze che riguardano questo straordinario personale che sta, con spirito di dovere e abnegazione, mettendo a rischio anche la propria salute per garantire assistenza in questo particolare momento emergenziale.
La Cisl Fp Calabria, rinnovando la richiesta di attivare immediatamente una cabina di regia a livello regionale con le organizzazioni sindacali confederali di Categoria,  invita il presidente Santelli, i vertici del Dipartimento Salute e delle varie Strutture commissariali ad adoperarsi per far pervenire nel più breve tempo possibile i dispositivi e i presidi idonei per tutelare gli operatori, a oggi mancanti,  e ridurre ogni rischio di diffusione del contagio da coronavirus Covid-19.
*Segretario generale Cisl Fp Calabria

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