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Prima la sottovalutazione, poi il lock down. Diario minimo dalla Francia

Racconto di un week end normale prima dei provvedimenti straordinari annunciati da Macron. Fughe da Parigi per raggiungere le case al mare o in campagna. E l’assalto a generi alimentari, benzinai e…

Pubblicato il: 20/03/2020 – 16:24
Prima la sottovalutazione, poi il lock down. Diario minimo dalla Francia

PARIGI
Venerdi 13
Nel pomeriggio si inizia a dire che ci saranno delle misure contro la propagazione del Coronavirus in Francia, dove vivo dal 2015.
In ufficio iniziano a circolare email in cui si comunica di prepararsi alla possibilità di lavorare da casa.
La sera, alle 20, è previsto il discorso alla nazione del presidente Macron. Nei circa 20 minuti di discorso Macron illustra delle misure molto blande: il consiglio ai più anziani di rimanere in casa; mantenere la distanza di un metro dalle altre persone e non stringere la mano; lavarsi le mani. Poi conferma che le elezioni municipali avranno luogo normalmente domenica 15.
In città è un weekend come tanti, parchi pieni e traffico nelle strade, anche se ristoranti e locali sono chiusi.
Lunedì 16
Vado a lavoro in bici, è mattino presto, c’è poco traffico e nell’aria si sente che c’è un clima particolare. Arrivo in ufficio, anche qui c’è un clima da ultimo giorno di scuola.
La sera alle 20 parlerà ancora Macron, ma già tutti sanno che ci saranno delle misure più restrittive contro la propagazione del virus.
Mi metto a lavorare fino alla pausa pranzo. Alle 13 esco per comprare il pranzo, ma è una missione quasi impossibile, ci sono code di decine di metri davanti ai supermercati, alle macellerie, alle boulangeries.
Rientro in ufficio e la maggior parte dei miei colleghi è già andata via. Molti sono originari di altri regioni della Francia e cercano di affrettarsi per paura di non poter più lasciare Parigi. Altri ancora hanno delle seconde case al mare o in campagna dove solitamente passano le vacanze, e preferiscono recarsi lì in previsione dell’isolamento domiciliare.
Arrivano le email in cui viene ufficializzata la chiusura dell’azienda a partire dalla sera di lunedì 16.
Intorno alle 15:30 finisco il lavoro che stavo svolgendo, l’ufficio è già quasi deserto.
Saluto gli ultimi rimasti e prendo la mia bici per rientrare a casa, Il tragitto da fare è di 12 km.
Avanzo lentamente per osservare tutto quello che mi succede intorno. Attraverso la Cité Universitaire piena di studenti con trolley e valigie che cercano di rientrare
a casa. Proseguo e vedo tante famiglie che caricano i bagagli in macchina per lasciare la città. Supermercati, distributori di benzina e farmacie sono presi d’assalto con code lunghissime.
Incontro colonne di mezzi delle forze dell’ordine che entrano in città.
Sembra un pò di vedere le stesse scene successe in Italia 10 giorni prima.
Alle 20 parla Macron, parla di guerra al virus e illustra le misure prese per limitare il contaggio. Sono all’incirca le stesse misure prese in Italia.
Sono partite martedì 17 alle 12 ma ancora la gente non le rispetta. È arrivato il bel tempo dopo tante giornate uggiose e fredde e c’è chi non rinuncia a uscire, fare capannelli e prendere il sole sulle panchine (r. t.)

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