In giorni come questi, nei quali viene chiesto a tutti di arginare un sentimento di angosciosa fragilità, individuale e collettiva, appare evidente la centralità delle istituzioni pubbliche e degli apparati tecnici ed amministrativi ma anche l’esigenza di una grande capacità di cooperazione tra le istituzioni e le persone che queste istituzioni rappresentano. La forza di una catena è pari alla forza dell’anello più debole. E l’anello debole è, in genere, anche il più piccolo.
Per questo, credo sia necessario guardare con più attenzione, con molta più attenzione di quanto fatto fin ad ora, ai sindaci dei 404 comuni calabresi, tutti impegnati non solo ad attuare le misure di contenimento ma anche, e soprattutto, a mantenere coese le proprie comunità, evitando che sfiducia e angoscia possano prendere il sopravvento. Tutti, ma in modo particolare i sindaci che si trovano a dover gestire, nei propri territori, la presenza di persone con infezione conclamata.
E lo stanno facendo con grande dedizione personale ma anche con scarsi mezzi e risorse, inascoltati spesso, o ascoltati con difficoltà, dai livelli superiori, non sempre sostenuti da coloro che avrebbero invece il compito di coordinarne l’azione, tartassati da pretese amministrative e finanziarie come quelle che stanno impedendo, in queste ore, a molti comuni di conferire i rifiuti in discarica come se non vivessimo la più grave emergenza dal dopoguerra.
E tutto questo quando invece sono proprio i sindaci a controllare di fatto le persone obbligate alla quarantena (al di là ed oltre le competenze delle aziende sanitarie), a rispondere ad ogni richiesta dei propri cittadini (come hanno sempre fatto e continuano a fare oggi), ad andare in giro per verificare che le misure di contenimento siano rispettate. A volte senza nemmeno potersi tutelare con dispositivi di protezione, perché non ci sono, e di cui sono privi in particolare sindaci ed amministratori dei piccoli e piccolissimi comuni della nostra Regione.
Anche per questo, come gruppo parlamentare del PD stiamo elaborando emendamenti al decreto ultimo per autorizzare fin da subito l’utilizzazione di una ampia quota delle risorse di bilancio ora vincolate per le regole della contabilità armonizzata (dal fondo per il rischio contenzioso all’avanzo di amministrazione) e per sostenere comunque l’azione dei sindaci e degli amministratori, al di là ed oltre la possibilità di lavorare in videoconferenza.
Ma anche per questo è necessario che la Regione si attivi con urgenza, creando un rapporto continuo e stabile con le rappresentanze associative istituzionale dei comuni (oltre all’Anci c’è anche il Consiglio delle Autonomie Locali), assicurando un più semplice ed efficace flusso informativo tra le varie amministrazioni impegnate nell’azione di contrasto (se un sindaco chiamo qualcuno deve rispondere) e attivando flussi finanziari idonei ad intervenire in emergenza e per le emergenze.
A volte serve poco per far funzionare le cose. Serve lavorare insieme. A volte basta anche soltanto ascoltare con attenzione.
* Deputato Pd
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