di Gaetano Megna
CROTONE Non si possono linciare medici e sanitari che «lavorano anche senza adeguati dispositivi di protezione individuale». L’Associazione talassemici crotonesi, che conta circa 130 associati, scende in campo per difendere i medici e gli altri sanitari dell’Azienda sanitaria. In una nota diffusa oggi, il presidente dell’Associazione, Maria Guzzo, scrive: «Dopo la bufera mediatica sui 300 operatori sanitari in fuga dall’ospedale civile di Crotone e il conseguente “cyberlinciaggio”, apprendiamo con sollievo che i sanitari “cattivi” sono solo 141 (91 infermieri, 17 Oss e 33 medici, ndr) e che sulla faccenda indaga la Guardia di Finanza». Le assenze “anomale” denunciate dal direttore generale facente funzioni sono 300, la maggior parte delle quali (159) è costituito da amministrativi. «Riteniamo però – sottolinea Guzzo – che esporre i nostri sanitari alla pubblica riprovazione è stato sbagliato e che invece si sarebbe dovuto sottolineare come essi stiano affrontando questa crisi con la solita scarsità di mezzi e strumenti». In particolare Guzzo si riferisce al fatto che le mascherine in dotazione in alcuni reparti dell’ospedale di Crotone non sono quelle che garantiscono gli operatori dal contagio dal Covid-19. Non viene ignorato che vi possano essere «pecore nere», ma viene evidenziato che «la maggior parte degli operatori lavora senza risparmiarsi e soprattutto senza adeguati dispositivi di protezione individuale». Nel reparto di microcitemia, che presta assistenza a circa 20 pazienti al giorno, «ognuno dei quali potrebbe essere infetto e non saperlo» gli operatori usano «semplici mascherine chirurgiche». Secondo l’Associazione dei talassemici la direzione strategica dell’Asp dovrebbe «perseguire chi si comporta scorrettamente» e garantire «la sicurezza di tutti».
L’associazione non ne parla, ma all’ospedale di Crotone tutti i sanitari, unitamente ad altri dipendenti, sono stati impegnati in un tour de force per allestire il reparto del Covid-19. Hanno lavorato sabato e domenica scorsi. In meno di 24 ore è stato smantellato il reparto di cardiologia, che era a piano terra ed è stato trasferito al sesto piano. Grazie a questa attività il reparto Covid-19 dallo scorso lunedì ha 50 posti letto per ricoverare eventuali contagiati.
Crotone è considerata una zona a rischio anche se il bollettino quotidiano dell’Asp pitagorica, diffuso oggi, parla di 67 casi complessivi risultati positivi da quando è partita la pandemia. Rispetto a ieri c’è un modesto passo in vanti dei contagi: solo quattro. È presto, però, per cantare vittoria, perché la stessa Asp scrive che sul territorio vi sono 668 casi di persone classificate come «contatti stretti di soggetti risultati positivi all’infezione virale». A questi soggetti vanno aggiunti i positivi asintomatici non classificati. (redazione@corrierecal.it)
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