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L'Odissea di Giulio, da Dublino alla Calabria: «Ci hanno abbandonato tutti»

Il racconto paradossale di Giuseppe Gigliotti nel far rientrare a casa il figlio dall’Erasmus in questo periodo. «Mi hanno denunciato penalmente. Avrei mai potuto abbandonarlo a Roma? Trattato come…

Pubblicato il: 24/03/2020 – 14:12
L'Odissea di Giulio, da Dublino alla Calabria: «Ci hanno abbandonato tutti»

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO
Quanto sia difficile tornare in Italia in settimane come queste, lo sa solo chi deve rientrare da un altro Paese. Come quei tanti ragazzi che per una mera congiura astrale si sono ritrovati a finire l’Erasmus in questo periodo. 
Schiere di giovani calabresi non sanno a quale santo votarsi per tornare a casa, sintomo chiaro delle distorsioni prodotte da ormai una miriade di ordinanze del Governo, della Regione e dei Comuni, fra le quali è divenuto difficilissimo districarsi. Che non si possa più passeggiare all’aria aperta è ormai scontato, ma che non si riesca a tornare in Calabria, a Corigliano Rossano come a Reggio Calabria, anche attraverso la non intercessione della Farnesina, è il colmo.
La storia di Giulio e di suo padre Giuseppe Gigliotti è simile a moltissime altre.
Giulio due settimane fa conclude il suo periodo di studi in Irlanda ed ovviamente decide di tornare a casa, a Rossano. Si presenta diligentemente all’Ambasciata italiana di Dublino dove viene trattato, ci racconta, «come un appestato». È a quel punto che il padre, Giuseppe, si prodiga per mettersi in contatto con qualcuno al Ministero degli Esteri: è fondamentale capire se il dicastero stia organizzando dei voli per far rimpatriare gli italiani all’estero. «Manco per sogno».
«Sono arrabbiato – è il preludio Giuseppe Gigliotti nel raccontare la sua storia al Corriere della Calabria – per la sortita del vice ministro Di Stefano che ieri ha deriso i ragazzi all’Estero, invitandoli a tornare usando l’app Skyscanner».
IL RACCONTO «Sabato scorso provo a contattare l’unità di crisi del ministero: il numero è perennemente occupato – riferisce Giuseppe – e l’unica volta in cui riesco a collegarmi, dopo 40 minuti di attesa con un operatore, alla mia domanda su come far tornare mio figlio da Dublino, mi si risponde che dobbiamo organizzarci in autonomia. Nel frattempo Giulio si reca all’Ambasciata a Dublino dove un poliziotto, non facendolo nemmeno entrare, lo informa di non aver ricevuto alcuna disposizione e che nella sua stessa identica situazione ci sono un centinaio di persone». 
È a quel punto che Giuseppe si prodiga, questa volta davvero con l’ausilio di Skyscanner e decine di altre app simili, nell’intento di reperire un volo da Dublino a Roma, perché Lamezia «sarebbe chiedere troppo».
L’ODISSEA «Una triangolazione che sembra quasi una carambola, mi permette di acquistare – prosegue il racconto del signor Gigliotti – i biglietti d’aereo, e non senza grandi difficoltà. Prima tappa: Dublino-Monaco di Baviera, seconda Monaco-Roma. In una miriade di ricerche fa rabbia la speculazione di Alitalia che prezza un volo Parigi-Roma a 660 euro».
«Dopo aver incassato un deprimente segnale di abbandono ricevuto da Governo italiano – avanza Giuseppe – riesco ad organizzare il rientro di mio figlio Giulio che partirà poi, domenica notte, da Dublino per Monaco e poi da lì, con un altro aereo, fino Roma».
Ovviamente, non finisce qui. Dopo le ultime disposizioni – la “chiusura” della Calabria – nessun treno e nessun pullman è disponibile a chiudere il cerchio, Roma-Corigliano Rossano. Ed è a quel punto che Giuseppe si vede costretto a mettersi in macchina, alla volta di Fiumicino.
«Alle 14 di ieri, dopo aver chiesto lumi alla protezione civile locale ed al commissariato su come fare per far tornare mio figlio, e non ricevendo garanzie, poiché nessuno fornisce risposte adeguate, decido di partire con l’auto e di percorrere 1.110 chilometri, andata e ritorno, perché mai avrei potuto lasciare mio figlio in mezzo alla strada. Mi premunisco anche di telefonare al numero 800 272727 per comunicare il mio spostamento: mi rispondono dopo aver percorso già un centinaio di chilometri alla volta di Roma. Alla cornetta mi riferiscono di non poter partire. Comunico tutti i miei dati, quelli di Giulio e continuo il mio viaggio verso la Capitale. Giunto all’altezza di Santa Maria Capua Vetere, in tutta questa storia, ecco la beffa».
LA BEFFA Giuseppe riporta di essere stato fermato da una pattuglia della Polizia Stradale. «Gli uomini della volante chiedendo dove stessi andando, e nonostante abbia racconto tutti i particolari, mi intimano di tornare indietro. Nessun argomentazione li convince a non denunciarmi per violazione dell’ordinanza della Regione Calabria, emessa peraltro a mezzanotte, qualche ora prima della mia partenza. Dopo aver comunicato il nome di un avvocato difensore, mi presentano un verbale di denuncia penale».
IL “MEZZO” LIETO FINE La storia vissuta da Giuseppe e Giulio, insomma, oltre ad avere del paradossale, ha un “semi” lieto fine, perché saranno tanti i viaggi che il signor Gigliotti dovrà fare da Rossano al Tribunale di Castrovillari. «Adesso siamo sani e salvi in Calabria, finalmente a casa, a Corigliano Rossano ed in quarantena volontaria. Voi al mio posto, cosa avreste fatto?». (l.latella@corrierecal.it)

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